i monti di Lavenone

Il paese di Lavenone (380m), che precede di poco più di un chilometro l’inizio meridionale del lago d’Idro, dà accesso a monti scoscesi e ricchi di picchi svettanti. In particolare si distingue un complesso di cime tra la valle del torrente Abbioccolo, che cade da NO sul paese e quella del torrente Re, che scende nel lago su Anfo, che torreggiano sull’abitato: cima della Coca (1061m), Corna Zeno (1619m) e cima Traversagna (1530m). Queste cime meritano la denominazione di “Piccole Dolomiti bresciane“. Più in alto, chiude la vista l’imponente parete Sud-Est della Corna Blacca (2005m). Da Lavenone parte una strada montana che risale l’Abbioccolo per circa 5km e poi, rigirando all’indietro a sn giunge al paesino di Presegno ed al piccolissimo centro di Bisenzio. A Bisenzio si fermò il gen.Cialdini con 6000 garibaldini, che puntava all’aggiramento delle fortificazioni di Anfo.

Dove la strada gira decisamente a sn, prosegue diritto un altro breve tratto fino alla località di Vaiale (835m), dove troviamo l’accogliente agriturismo “Piccole Dolomiti”

 

da Vaiale a cima Caldoline  attraverso il passo della Berga (835-1527-1740m). Parcheggiata la macchina presso l’agriturismo “Piccole Dolomiti”, a Vaiale (835m), si prosegue un tratto sulla strada asfaltata per tre tornanti (ultimo a sn) fino ad incontrare, sulla destra, un sentiero che sale all’indietro, segnato “passo della Berga”. Il sentiero sale con regolarità e bei tornanti fino al passo, fortificato, dove trova, dall’altra parte del crinale, la strada asfaltata del Baremone. Seguendo la strada o i sentieri paralleli di scorciatoia, si sale fino al passo delle Portole (1726m), sopra il quale si trova la capanna-bivacco di Cima Caldoline. Un rientro ad anello è possibile scendendo dal passo verso la Corna Blacca, e prendendo il sentiero che si stacca quasi subito sulla sinistra per scendere alla malga di Paio alta sottostante. Qui si abbandona il sentiero, che aggira tutta la Corna, e si scende direttamente, un poco avventurosamente,  sul fondo del vallone, che porta prima alla c.na di Paio e poi a Vaiale. Ignorando i sentieri, e a causa della neve piuttosto alta, abbiamo evitato questa possibilità, tornando per la via di salita.

da Bisenzio al passo di Pezzeda mattina (1062-1613m). Al bel paesino di Bisenzio, si parcheggia fuori, superato il paese. Si prosegue diritti sulla strada, fino a trovare l’indicazione per il passo della Croce (1219m), cui si sale. Presso il passo, il rif.”Amici miei”.  Dal passo si scende un poco, poi si prende il sentiero sulla destra che porta ad una strada bianca che da Ono Degno sale, passin passino, fino a Pezzeda Mattina, tra faggi, malghe e visioni di rocce strapiombanti dalla Corna Blacca. Passeggiata geriatrica in tempo di neve in quota.

a cima Paghere da Lavenone: percorso posto nella sezione “Sponda occidentale del lago d’Idro

alla Casina Vecia (1022m), da Agro di Lavenone. Questo bel bivacco sorge, accanto ad un rudere più antico, in una località incantevole, un largo poggio circondato da faggi giganteschi, 200m sotto il passo Zeno, dal lato valle dell’Abbioccolo. Vi si trova anche una notevole scultura in legno, nonché una bella campana sospesa ad un faggio. Costituisce un comodo transito per la salita al passo Zeno, con percorso ad anello, e discesa da m.ga Marmentere, per la val Canale, o, meglio, transitando da Squassaiotto, se i sentieri fossero meglio tenuti e decorosamente segnati. Perfino questo percorso, ben segnato di fresco, non viene però indicato in nessun modo dal basso (un solo cartello si trova al passo Zeno, ma che non indica la possibilità di discesa su Lavenone). Evidentemente quelli di Lavenone son gelosi dei loro sentieri e non amano i forestieri: non segnano i sentieri e non indicano i percorsi. Da Lavenone si prende la strada per Vaiale-Presegno, la quale, appena abbandonato il paese scende un tratto fino al torrente e supera una strettoia tra le rocce. Subito dopo si trova un ponticello sulla destra, che immette alla località di Agro. Si parcheggia prima di attraversareDa qui parte una bella strada in parte cementata, e partono anche  segni del percorso a Casina Vecia, ma senza alcuna indicazione. Si segue la strada che risale la val Marsa, ricca di belle abitazioni ben tenute, fino al punto in cui si gira a sn e si porta sulla spalla occidentale, quasi sotto le rocce incombenti. Qui si trova uno splendido roccolo, su più piani, con bella casa . Da qui la strada prosegue un centinaio di metri verso sn, fino a trovare una larga fontana con esile getto, e poi divenire sentiero, che, in leggera salita, passa ad est del Dosso Falcone (913m), sperone roccioso con casino di caccia, raggiungibile per sentiero, che poi rientra sul percorso. Il sentiero passa tra belle piante dette dialettalmente “Pesabé” (Sorbus aria) che costituiscono richiamo irresistibile per gli uccelli dell’aria. Infatti, di fianco al sentiero si scorgono innumerevoli postazioni di caccia ottenute intrecciando fronde. Superato questo tratto, che induce a pensare alle antiche spiedate ormai minacciate di carcere, si giunge ad un grande vallone, quello del Canale del Re, che sale dall’Abbioccolo ad inserirsi tra cima Traversagna e Corna Zeno. Lo si supera agevolmente, e poi si sale sulla sponda opposta, guadagnando quota, sempre su bella traccia, mai esposta. Si supera lo sperone Ovest della Traversagna e si scende brevemente in un vallone minore, che poi si risale nel bosco con comodi tornanti, fino a sbucare alfine sul bel pianoro della Casina. Qui abbiamo trovato neve, mentre il sentiero, non battuto, non appariva adeguatamente segnato. Pertanto, temendo di perderci (nel bosco innevato è facilissimo), siamo ritornati per lo stesso, facendo sosta al bel roccolo a quota 900.

cima Ovest di Val Scura (1400m). La cima (Est) di Val Scura (1392m) è la punta orientale di una breve catena che si stacca verso Sud-Est della Corna Zeno, separata da questa dalla bocc.tta di V.Scura (1380m). Vi si sale normalmente dalla cresta Est, che si raggiunge dalla m.ga Marmentere per il sentiero di Squassaiotto (subito a sn della fontana). Il gruppo di cime è chiamato anche Corne di Collina, e, verso la bocchetta, raggiunge la sua max altitudine con due cime gemelle che toccano i 1400m. Vi si sale con una certa facilità, approfittando del largo vallone che da m.ga Marmentere sale verso Ovest fino alla bocchetta. Qui si segue per poche decine di metri la facile cresta, verso sn, (sentierino) fin sotto la prima cima che si sale per erto scivolo erboso. Il tratto più verticale dura comunque pochi metri.

Giunti a Marmentere (da Lavenone per la val Canale, vedi il percorso per cima Paghere) si prende il sentiero segnato per il passo Zeno, che parte pochi metri prima della malga, e lo si segue per una cinquantina di metri, fino a quando gira decisamente verso destra. Qui lo si abbandona, proseguendo un tratto diritti e poi attraversando il canale e portandosi a sn di questo. Il vallone è molto ampio ed aperto, e lo si può risalire liberamente, oppure seguendo le visibili tracce di sentiero che collegano i numerosi spiazzi (“ral”) dei carbonai che si susseguono sul fondo. Giunti alla bocchetta si trova un bel casino di caccia, molto ben tenuto, ed un baitello piuttosto abbandonato. Verso destra prosegue un sentiero, sullo scivoloso tappeto erboso, che raggiunge alcune balze (potete arrivare alla prima, poi il sentiero si fa esposto). A sn, un sentierino conduce alla vetta Ovest. Prima di salirvi abbiamo incontrato Luciano, un simpatico e bravo alpinista di Vescovato (CR), che ci ha guidato alla vetta, con l’aiuto di una corda che si portava appresso.

Corna Zeno o Corna Alta (1612m). La vetta della Corna Zeno (che i locali chiamano Corna Alta), che a Sud cade vertiginosamente verso Lavenone, si raggiunge con una certa facilità da Nord, lungo una dorsale che sale verso Sud-Est da passo Zeno, per un percorso purtroppo non segnato nè indicato in alcun modo, ma facile da trovare, se appena appena si ha mente a dove si vuole andare. Il passo Zeno si raggiunge nel modo più agevole dalle Tese di Anfo (strada del Baremone), con percorso già descritto. Al passo si perviene anche, con maggior fatica, dalla Casina Vecia o dalla malga Marmentere, salendo da Lavenone, rispettivamente per la val Marsa o per la val Canale (possibilità di anello). Giunti al passo Zeno (1450m), poco sotto la malga Zeno (1475m), che si evita, si prende direttamente la dorsale ampia che sale verso Sud, fin sotto il cocuzzolo finale del boscosa Dos del Casadur (1572m), punta che rappresenta lo snodo tra la cresta che si protende a Sud-Est fino allo Zeno, e la lunga cresta Ovest che scende a cima Traversagna (1530m), la seconda vetta del gruppo dello Zeno (da evitarsi per chi non abbia, oltre al piede fermo, anche artigli d’aquila, denti di lupo, zampe di cicogna e propensione ai passaggi aerei). Non occorre salire sul dosso, che poi è difficoltoso, perchè coperto ad Est da fitto bosco, mentre ad Ovest offre facili possibilità di scivolare per l’erta fiancata erbosa; un facile sentierino, non segnato ma ben indovinabile, si addentra nel bosco sulla sinistra ed aggira il dosso, fino a sbucare tra questo e la vetta dello Zeno. Il sentiero prosegue in cresta, ben tracciato, benchè a volte leggermente esposto, fino a portare alla bella cima, con pianerottolo atto ad ospitare due persone e mezza, (se si voglion bene). Spettacolo vertiginoso se vi affacciate verso Sud.