la valle dell’Agna

La valle del torrente Agna cade su Vobarno (246m), in Valsabbia, da Nord, risalendo fino al passo del Cavallino della Fobia (1090m), che immette nella zona della Valvestino. Risalendo la valle troviamo dapprima la deviazione a sinistra che porta al bel paesino di Carvanno (571m), poi, sulla destra, i borghi di S.Martino (368m) e Cecino (399m), quasi contigui. Più in alto si costeggia il centro di Eno (606m) e, successivamente, il santuario della Madonna di Roane (950m), per giungere poi al passo.

Centro delle possibili escursioni è il borgo di Cecino, che immette nella valle del Prato della Noce, che sale verso Est fino alla cascina Prato della Noce (900m) ed al passo della Fobbiola (956m).

A Cecino si giunge abbandonando la strada principale sulla destra (indicato), dopo aver superato la deviazione per S.Martino, attraversando il torrente su di un ponticello (sembra messo lì apposta…) e girando a sinistra; si sale un attimo e si parcheggia in uno spiazzo a sn, senza entrare in paese. Si sale  a piedi fino in centro (fontana) e si gira a destra, uscendo dal paesello su una stradina pianeggiante. Da qui si raggiungono varie mete descritte qui sotto.

1) al monte Zingla da Cecino (1496m); disl, 1100m; bel monte, con cocuzzolo roccioso, per percorso tutto ben indicato. Si prende la stradella in uscita da Cecino verso Est, e si prosegue dapprima in piano, poi con salite sempre più accentuate e continue, passando presso una vecchia presa d’acqua, fino in fondo alla valle, dove si attraversa il torrente, girando a destra, ma subito riprendendo sulla sinistra. Si continua con vari tornanti fino ai 900 metri della cascina Prato della Noce (fontana), dove la strada gira a destra e rimane pianeggiante fino al passo della Fobbiola (956m). Appena superata la cascina (quindi, senza arrivare alla Fobbiola!) si trova l’indicazione m.te Zingla, che indica un sentiero a sinistra che sale su di un costone prativo per un centinaio di metri. Poi, senza alcun senso, visto che una volta si proseguiva diritti (ma oggi i sentieri sono perduti), il segno ci fa girare a sinistra per un lungo (20 minuti) traversone semipianeggiante fino a raggiungere la costa sud-occidentale del monte, dove si gira a destra e si inizia a salire. Giunti poco sotto gli spalti rocciosi della vetta, si gira a sinistra, aggirando la cima da Ovest, su un sentierino un poco infido, fino a raggiungere la cresta Nord, dove si rigira verso destra e si sale alla comoda vetta prativa, con bella Croce. La discesa può essere effettuata per la cresta Sud: si scende per il prato seguendo dei paletti che ci portano all’attacco di un tratto con corda metallica che supera il breve salto roccioso (EE). Poi il sentiero gira a sinistra e si abbassa tenendosi lungo la parete rocciosa, per poi tornare pianeggiante e superare una serie di canaloni, fino a sbucare sulla cresta Sud-Est, dove raggiunge uno straordinario faggeto. Qui il sentiero si tramuta in larga mulattiera e scende zig-zagando su un bellissimo borghetto, Campei de Sima, tramutato in rifugio-bivacco dagli Alpini di Gaino di Toscolano. Da Campei si rientra scendendo sulla destra per poche centinaia di metri per la strada per Gaino, fino a trovare la stradella che risale al passo della Fobbiola (indicata), dove si ritorna al Prato della Noce.

2) al monte Zingla da Carpaglione; gita più breve, ma con tratto automobilistico avventuroso; si sale al passo del Cavallino (1090m), si prosegue a dx verso il rifugio Cavallino, dove, ancora a dx, si prende una strada per lo più sterrata che porta al Dosso di Carpaglione (1230m), dove si parcheggia. Da qui parte un sentiero che, rimanendo quasi piano, porta a Campei de Sima, attraversando il versante Nord-Est dello Zingla. Salendo, invece, verso Ovest, ci si porta sul crinale Nord del monte, che si segue fino alla vetta, incontrando prima una strada che sale da Eno (possibile variante) e, quasi in vetta, il sentiero di cui al punto precedente.

3) a Campei de Sima (1000m); disl.650m; bella passeggata per tutti, anche invernale. Dal Prato della Noce (890m) si prosegue fino al p.so della Fobbiola (956m); si prosegue diritti, scendendo per una cinquantina di metri di quota, fino ad incontrare, su di un tornante, la strada che sale da Gaino. La si segue nell’ultimo tratto di salita per 10-15 minuti e si raggiunge la bella località, con chiesetta. Da Campei si può raggiungere Carpaglione, proseguendo a sn della chiesetta, tra faggi meravigliosi. Prendendo verso destra, per percorso segnato, si arriva in breve ad una grande grotta detta el Büs del Luf. Salendo dietro il rifugio si raggiunge il bellissimo faggeto di cui al punto 1).

3a) a Campei de Sima da Cecino per Brasasio, con GPS

4) al rifugio Pirlo allo Spino (1167m) per il p.so della Fobbiola; disl. 800m; al passo della Fobbiola si gira a destra per il sentiero dei Ladroni, che aggira il monte Spino da Est, in leggera salita, fino a raggiungere la conca tra monte Spino e Pizzocolo dove, sorge il rifugio Pirlo, che si raggiunge passando sotto lo Spino da Sud. Att.ne in prima Primavera alla neve nei canaloni nel tratto sopra la Fobbiola.

5) al rifugio Pirlo allo Spino per il Buco del Tedesco. Percorso più difficile, per EE. Salendo da Cecino verso il Prato della Noce, ancora nel primo tratto di salita, si trova sulla destra l’indicazione per il Buco del Tedesco. E’ un sentiero che un tempo era facile a perdersi, e che di recente era stato interrotto da frana, Oggi è riaperto, ma non lo ho percorso di recente. Seguendo il sentiero si raggiunge una bocchetta (Buco del Tedesco – 1200m), che si apre tra i picchi della catena che dal monte Spino (1504m) scende verso Ovest-Sud-Ovest fino al m.te Forametto (1330m). Dalla bocchetta si scende verso sinistra, nella valle di Sur, costeggiando la parete rocciosa, e si prosegue per un sentiero che, con vari saliscendi, porta fino al rifugio da Sud-Ovest. Si può tornare dal percorso precedente. La cresta rocciosa dal Forametto allo Spino è percorsa da un sentiero alpinistico non particolarmente difficile, che può essere preso dal Buco fino allo Spino, con discesa sul rifugio per la normale del monte.

6) monte Forametto (1331m). Il monte Forametto dovrebbe, ragionevolmente, essere la massima elevazione sulla dorsale che divide la valle del Traversante, che sale da Collio Val Sabbia, dalla valle del Prato della Noce, che sale da Cecino di Vobarno, prima del Buco del Tedesco. Invece, la carta Kompass, probabilmente per errore, lo pone alla quota 1239 della cresta, segnalando subito dopo le quote 1319 e 1325. Altri pongono la vetta a 1332m. Anche la mappa GPS qui sotto indica come vetta del Forametto la quota inferiore, mentre noi siamo saliti alla quota massima possibile, come risulta dal rilevamento (1345m), leggermente sovraquotato.

Vi si può salire dal Buco del Tedesco, per la cresta un poco impegnativa (l’ho fatta da giovane, in discesa, e continuando fino allo Spino), ma la via più semplice è quella che qui indichiamo, con partenza dall’Agriturismo Traversanti di Collio di Vobarno (400m), cui si accede da Collio, risalendo per due km la valle del Traversante e parcheggiando al Guado del Rio Traversante, appena sotto l’Agriturismo.

Si prende la strada che passa a lato dell’agriturismo, e si prosegue sempre diritti, evitando le uscite a destra, che portano ad abitazioni private. In fondo alla valle (780m circa), l’ultima strada a destra, in leggera discesa all’inizio, sale poi alla C.na Pozze (1042m), ma noi teniamo ancora diritti (le altre strade indicate nella mappa GPS sono tutte invase dai rovi). Poco dopo la strada gira verso sinistra, e si fa più impervia. Con qualche tornante guadagna quota, proseguendo poi decisamente verso Ovest fino alla bella località Gardoncello (1041m), con malghe e prati. Con breve deviazione si sale al m.te Cappuccio (1091m), un cocuzzolo tondo, sperando in un bel panorama, che le nebbie invernali ci negano. Ridiscesi al bivio (indicato), si prosegue ora verso Est, con il Forametto bene in vista. Al primo roccolo (1090m) ci si accorge che era inutile salire sul Cappuccio, visto che il panorama è lo stesso. Si sale ancora per stradella fino al roccolo successivo, dove la strada si fa sentiero ed entra nel bosco (inutile la deviazione a sn per cresta, segnata prima del roccolo per distogliere i disturbatori dell’uccellanda). Giunti ad un goletto, si vedono sulla sn tracce poco segnate che salgono per la cresta: si possono seguire e portano ugualmente in vetta. Noi proseguiamo (non so se meglio o peggio) per il sentiero che prosegue nel bosco, in leggera salita, fino a scollinare leggermente appena sotto le rocce della balconata finale. Qui, in vista dell c.na Pozze, il sentiero, divenuto quasi traccia, si piega a sn (segno rosso su sasso) e sale decisamente e precipitosamente per un canalone erboso, fino a superare alcune piante di robinia (?), dopo le quali l’erta si fa meno ripida. Seguendo i radi segnali bianco-rossi si sale comunque quasi per la massima pendenza fino a raggiungere la cresta sopra i 1300m. Poco più a sinistra si vede un rilievo un poco più elevato. Lo si raggiunge e si constata facilmente che più in alto non si può salire. Questa è per noi la vera vetta, mentre quota 1239 rimane alla destra del punto in cui siamo saliti in cresta. Ritorno per lo stesso, stando attenti ai segnali che vi riportano al passaggino tra le piante. Poi il percorso torna elementare. Si sarebbe potuto rientrare anche per cresta, ma la presenza di neve ghiacciata lo sconsigliava.

Giunti a Gardoncello, appena iniziata la discesa dopo la cascina, si può prendere un percorso, a sn per chi scende, per c.na Pozze, che attraversa tutto sotto il Forametto, fino alla cascina che appare davanti a noi, dall’altra parte della valle; da qui si scenderebbe per strada all’incrocio a 800m segnalato più sopra. Noi, per pigrizia, non lo abbiamo fatto, rifacendo tutto come per l’andata.

7) Periplo della valle del Traversante- Rul della Saetta (1140m). La valle del torrente Traversante è una valle minore, che sale verso NNE da Collio Valsabbia (240m), fraz. di Vobarno, fino al valico detto Rul della Saetta (1140m), che scollina nella valle del Sur (o valle del torrente Barbarano), che la affianca da Est, mentre ad Ovest sale la valle dell’Agna, con la convalle del Prato della Noce. Ad Est, procedendo da Sud a Nord, troviamo la Corna Busarola (604m), il m.te Trat(802m), la Selva Alta (904m), ed infine il valico Rul della Saetta (1140m). Ad Ovest di questo sale il monte Forametto (1330m), mentre, scendendo lungo il versante Ovest troviamo il m.te Campuccio (1091m), il Dosso delle Puse (949m), la Corna Ceresola (868m), ed infine la Corna di Paraine (704m), anche se queste ultime due stanno su un costone che scende a Nord di Vobarno, distaccandosi dal versante principale della valle.

In testata di valle, si trovano due belle località simmetriche rispetto al Rul ed al Forametto: ad Est la cascina Pozze, ad Ovest i prati e le malghe di Gardoncello, entrambe quotate a 1040m.

E’ stato da poco aperto e ben segnato un sentiero (il 499), che percorre tutto il periplo della valle, stando parzialmente in cresta, ma evitando tutte le cime. Purtroppo, sia la carta Kompass, sia una nuova carta della Valle Sabbia (Comunità montana), fanno apparire che il sentiero, partendo ad Est da Collio, cali poi, scendendo ad Ovest, su Vobarno. Al contrario, il percorso ritorna perfettamente a Collio, con un perfetto giro ad anello, come mostrato sul tracciato GPS. Inoltre, buona parte del percorso, indicata su sentiero, avviene invece su carrabili montane, comode e ben percorribili.

Una osservazione: andando in montagna, era usuale che i percorsi passassero liberamente presso cascine o malghe, con il solo fastidio che gli occupanti uscissero invitandoti ad entrare a prendere un caffè. L’inciviltà dei tempi ha reso la montagna simile ad una prigione, dove le varie abitazioni sul percorso si cingono di reticolati e cancelli, ostruendo il tradizionale passaggio, sostituito da varianti per lo più improvvisate e scomode, quando non pericolose. Qui, in quel di Vobarno, la grettezza della popolazione di bassa valle si esprime tutta in queste case-fortificazione, dove il passante è visto come un nemico da osteggiare e tener ben lontano. Almeno in tre casi sul percorso, il vecchio transito è stato sbarrato dalla inospitalità dei proprietari (è mio, è mio…), costringendoci ad aggiramenti vari.

Abbiamo scelto il verso antiorario. A Collio, avviandosi per la valle del Traversante, subito dopo la prima erta salita, si trova sulla destra l’indicazione del 499. Poichè la strada è stretta, e non si può parcheggiare, si prosegue per 2 o 300m, fino a trovare qualche spiazzo utilizzabile (tanto, la strada in più la si recupera al ritorno). Il percorso inizia comodo, su stradella asfaltata. Dopo poco, però, bisogna proseguire diritti, su un tornante a destra (il segno è su un albero, 30 metri avanti il bivio). La strada inizia in discesa, ma subito si gira a destra e si ricomincia a salire. Qui si affronta un tratto di bosco, con varie giravolte per sentierini anche ostruiti da ramaglie, ma sempre ben segnati. Attenzione, però, a non perdere il segno, perchè il bosco è tutto percorso da varianti. Comunque, se non vedete più il segno, insospettitevi e tornate indietro. Alla fine, verso i 700m, su di un sentierino, con scarse o nulle indicazioni, si deve girare bruscamente a destra, all’indietro, e salire ad uno spiazzo sovrastante (si vedono gli impianti per la legna). Qui si trova una strada che porta ad una bella fontana (del Manni). Sulla sinistra partono due vie, che portano entrambe alla casa sovrastante, ben cintata e chiusa al passante (forse la cascina Trat, 692m). Salendo a sinistra di questa, si giunge ad una bella via carrabile, che sale da Gazzane di Roè Volciano. La si prende verso sinistra e si cammina, cammina, fino ad una seconda cascina, questa aperta al passo, a dx della quale si può salire al monte Selva, ritornando all’indietro. Proseguiamo invece diritti, senza lasciarci distogliere, e saliamo sulla cresta a destra, ai occasione di un roccolo. Ora il percorso divien sentiero e prosegue, in leggera salita, nel bosco, dove incontra, sulla destra, un sentiero che sale da S.Michele. Più avanti, il sentiero torna mulattiera, ed infine sbocca sulla strada che sale dal fondo valle alla cascina Pozze.

Giunti sotto la cascina, si trova sulla sn l’indicazione del 499 che prosegue per Gardoncello. Noi vogliamo però salire al Rul, per vedere la valle di Sur. Il percorso passava evidentemente accanto alla cascina per poi girare a sn, salendo comodamente per il crinale erboso. Ma tutto è sbarrato, e si deve prendere un sentierino che passa a sn del prato e si inerpica per il bosco. Pazienza: son poi solo 100m, prima in salita, poi in semipiano verso sn. Giunti al valico, constatiamo che il sentierino che prosegue per lo Spino è per esperti, perchè stretto, scivoloso ed esposto a dx. Invece vi è un percorso segnato, che sale al Forametto, che non appare sulle carte: buono a sapersi per un’altra volta. Torniamo indietro e prendiamo per Gardoncello. All’inizio è strada, ma divien subito sentiero. Si deve scendere per una cinquantina di metri, poi si risale. In venti minuti si arriva a Gardoncello (l’ulimo tratto, dopo uno stagno, è di nuovo largo. Si prosegue verso il Campuccio, ma appena prima dell’ultima salita, si trova il sentiero sulla sn che scende, con indicazione Corna delle Puse-Vobarno. Giù per un bel sentiero che costeggia il Campuccio da Est, fino a giungere a grandi tralicci: questo è la Corna dell Puse. Qui si può girare a sn, oppure proseguire diritti. I due percorsi si ri-incontrano poco prima di un roccolo, sotto la Corna Ceresole. A sn si va a S.Alessandro, nella valle dell’Agna, a dx torna all’indietro il nostro sentiero, che si porta fin sul crinale del costone che divide la valle di Collio da Vobarno. Passato un roccolo, si giunge ad un prato, alla fine del quale una bella casa (casa di Dolfo) ostruisce, come al solito, il passaggio. Una via sembra scendere verso dx. Noi, per non andare a Vobarno, come dice la cartina, perdiamo un poco di tempo a cercare inutilmente una variante nel bosco per Collio. Alla fine, rassegnati, sorpassiamo la casa, e troviamo l’imbocco di una bella stradella che ci porta, passo passo, fino al guado del Traversante, sotto l’Agriturismo. Da qui, per asfalto, fino al parcheggio.

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