Punta di Lasa o Orgelspitze (3305m), con GPS

La punta di Lasa (Laaser- oder Orgelspitze) è la prima vetta sopra i 3000m che si incontra sulla destra (sn orog.) della val Martello. La cresta Nord-Est, che delimita la valle da quella di Lasa, degrada velocemente, mentre la vetta si erge di almeno 300m sopra la cresta Sud-Ovest. Da ogni altra parte cade a picco, compresa la pala Sud , da dove si sale, che però è formata da grandi massi che permettono un percorso sempre sicuro, seppur erto. Pertanto, questa cima svetta ardita da qualsiasi parte la si guardi. Si tratta di una montagna silicea, come tutte quelle di questa zona, ma percorsa da una bella vena di marmo bianchissimo, che fece la fortuna di quei di Lasa, che lo ricavano dalle pendici della Croda di Jenne, a Nord della punta di Lasa.

Benchè le carte indichino una bella via di salita da Nord, dalla valle di Göflaner, non trovo in Internet alcuna indicazione che corrisponda a tale percorso, mentre tutti indicano come punto di partenza la località di Stallwies (1936m), in val Martello, dove sorge anche un bel ristorante, e si trova un capiente parcheggio.

Risalendo la valle si giunge alla frazioncina di Gand, Ganda di Martello, dove un cartello indica, sulla destra, il paese di Martello. La strada sale verso dx, ma, raggiunto il piccolo centro, curva a sn (qui si trova l’indicazione per Stallwies-hof) e sale per diversi tornanti. Poi gira decisamente a sn e risale con lieve pendenza verso Sud-Ovest, fino agli ultimi tornanti proprio sotto la meta. La strada è sempre asfaltata e abbastanza larga da permettere una agevole incrocio con almeno una capretta. Attenti a non perdervi, come ha fatto il sottoscritto, nelle stradine campestri di servizio alle numerose malghe o masi della zona, rimesso in carreggiata da una cortese indigena.

Una volta parcheggiati accanto ad un pittoresco mulino ad acqua, si prende a sn per un viottolo e poi ancora a sn sul bel sentiero N.5 che vi porterà fino in vetta. Poco dopo si passa per un bellissimo bosco di vecchie conifere, seppur malate. Poi si continua a salire fino ad uscire dal bosco. Sul percorso, numerose, belle fontane ricavate da tronchi, l’ultima delle quali è verso i 2700m. Non occorre pertanto partire carichi di acqua, come ho fatto io. Il sentiero è sempre ben tracciato, anche se talora un poco erto, e, giunti a 2350m (bella fontana con tavola), gira a sn, sale per un erta erbosa e poi di nuovo a dx, sempre su erba. Dopo i 2700m diviene ancor più erto, fino a sbucare, a 2900m, in un grande tavolato pietroso. Qui si può vedere la vetta, alta alla vs destra. Occorre però attraversare in piano la grande conca, risalire fino ad una dorsale, dove si piega a dx e si comincia ad arrampicarsi tra i massi. Si superano così facilmente due salti di 50m ciascuno, intervallati da brevi pianori, giungendo finalmente in un’altra conca, a 3000m, che porta proprio sotto la rampa finale. Qui il sentiero, zigzagando sapientemente e sfruttando la scarsa scivolosità del siliceo, si precipita verso l’alto, con una pendenza media di 120 gradi (Farenheit). Alla fine, quando la pendenza rischierebbe di ribaltarvi all’indietro, giunge alla cresta Sud-Ovest, dove divien più dolce. Un breve passaggio su rocce, che può essere superato in vari modi (io ho semplicemente allungato la gamba, con una piccola prolunga che porto sempre con me), ed ecco aprirsi per voi il largo spiazzo di vetta, dove dovrete farvi largo tra i mucchi di indumenti lasciati per terra dai gitanti arrivati prima di voi, e bivaccanti qua e là.

Malgrado la descrizione un poco terrificante, la salita non è difficile, soprattutto perché non (o poco) esposta. E’ però molto erta, e pertanto da evitare se ghiacciata. Fino alla conca sotto la vetta (3000m) è per tutti, poi per EE.

Sono 1370m di dislivello, non troppi né troppo pochi.

Se siete dotati di piede fermo, assenza di vertigini, naso o zanne di elefante, dente di lupo, occhio d’aquila, gamba di cicogna e tromba di zanzara, od anche solo di una di queste qualità, proseguite tranquilli; altrimenti, fate un poco di attenzione.

In discesa, appena partiti, attenti a mantenervi in direzione della cresta Sud-Ovest, da dove siete saliti, perchè una traccia sulla sn può ingannarvi (la maledetta ha ingannato pure me), portandovi su un salto roccioso (tornare indietro per pochi metri)

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nb. Il mio Garmin continua a fare i capricci, e segna una quota errata in vetta. Dovrò proprio imparare ad usarlo. Il picco subito dopo la vetta, in discesa, è solo una ricalibratura che ho fatto, quando mi sono accorto dell’errore.

Distanza totale: 11707 m
Altitudine massima: 3233 m
Altitudine minima: 1943 m
Totale salita: 1370 m
Totale discesa: -1293 m
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