al lago di Venere (2402m), in val d’Avedo, con GPS

Proseguendo il periodo di sofferenza al ginocchio, questa volta abbiamo preso il ramo Nord della ValGrosina, raggiungendo il bel borgo di Eita, dove la valle si apre in una larghissima conca e in un ventaglio di possibilità.

Ad Ovest la valle d’Avedo (meta di oggi); a Nord il passo della Verva (2301m), che porta a Livigno (seppur non transitabile); ad Est la val di Cassavrolo con il passo di Zandila (2702m), con numerose vette, la più alta delle quali è cima Redasco (3139m).

Poco prima di giungere ad Eita, subito dopo una breve serie di erti tornanti, si trova a sn una strada asfaltata che porta in val d’Avedo (non confondere con una subito prima, sterrata, che conduce a Biancadin). Si può parcheggiare 100m prima. L’asfalto finisce subito, ma la strada è bella e conduce prima ai minuscoli agglomerati di Stabline (1825m) e di Vermolera (1927m), dove la strada termina e divien mulattiera. Si supera il ponte a sn e si trova un bivio che a sn porta a Biancadin, mentre a dx si addentra lungo il torrente, per abbandonarlo quasi subito ed arrampicarsi con erti tornanti fino all’amplissima conca di Tres, con gli omonimi laghi (lago e laghetto) (2175m). Subito prima del gruppo di casette, si incontra il bivio con la mulattiera che sale al passo di Vermolera (2732m), costeggiando il lago a sn. Noi volevamo salire al lago Negro (2560m), in fondo alla valle, sovrastato dal passo Dosdè (2824m), con l’omonimo bivacco. Pertanto siamo andati a dx, superando un ponticello e portandoci al gruppo di case, con fontana e tavolone. Qui, ingannati da un vecchio segnale, invece di prendere a dx delle case, per il sentiero che sale diagonalmente la costa del monte, ci siamo addentrati nella lunghissima ed accidentata piana che segue al lago. Subito perduta ogni traccia, mentre ci affaticavamo tra pietre, rododendri e cunette, siamo stati sorpresi da un ventaccio gelido, assistendo in diretta (prima ed unica volta nella vita) al congelamento semi-istantaneo dell’acqua del torrente (acqua ferma, di pozza). Cambiata quindi rapidamente meta, abbiamo traversato all’indietro verso il percorso, ben visibile, per il passo di Vermolera, salendo fino allo splendido lago di Venere (2402m) (per l’omonimo monte, conviene tener altra strada) ed al pianoro successivo (2490m), dove, scattate le foto di rito, ci siamo precipitati (eufemismo, visto il mio ginocchio) a valle. Posti splendidi, che meritano ritorno.

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Distanza totale: 14807 m
Altitudine massima: 2488 m
Altitudine minima: 1644 m
Totale salita: 1043 m
Totale discesa: -1016 m
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