cime minori in val Seriana (e dintorni)

In questa sezione parliamo di alcune cime minori, adatte a passeggiate invernali, o a brevi escursioni, che vanno dal lago di Iseo, sponda bergamasca, alla val Borlezza, tra Lovere e Clusone, all’inizio della val Seriana, con i monti e le valli di Gandino, di Albino e di Nembro.

La prima di queste cime sarà il monte Bronzone (1334m), che sorge all’inizio Sud del lago, sopra Sarnico e Predore, ad Est di Adrara S. Martino. Notevole per il gran bronzo, o campana, che lo sormonta.

Poi la Corna Longa (1313m), bella cima ad Ovest della val Borlezza, sopra Sovere, con la malga Longa, teatro di un combattimento durante la guerra civile del 1943.

Dall’altra parte della valle, la traversata da Bossico al rif.Magnolini (1608m), con il sovrastante monte Alto (1721m).

La chiesetta del Blum e cima Farè (1642m), a Nord-Est di Clusone.

Infine il Pizzo Formico (1637m), che svetta a Sud-Ovest di Clusone, visibile da ogni dove, nella media val Seriana, con l’altissima Croce che lo sovrasta.

 

1) monte Bronzone (1334m). Si sale al monte da due percorsi: da Sarnico (200m), dietro il paese, presso la cappella degli Alpini, dove parte un sentiero (indicato TPC) che, parte per stradelle, parte per carrarecce, si inerpica lungo la dorsale che fiancheggia il lago, girando poi verso Nord, e che giunge ai piedi della cresta Sud del Bronzone, in località la Rotta, dove incontra l’altro percorso, molto più breve, che sale dalla frazione di Lerano (560m) del comune di Viadanica (seguire i segni). Qui la stradella divien sentiero ed inizia a salire trasversalmente, sul versante Ovest del monte, fino a giungere ad un bivio: andando a destra, dopo un troppo lungo percorso orizzontale, si sale facilmente alla cima da Sud; a sinistra si va invece a prendere la più frastagliata cresta Ovest, che porta alla vetta con qualche emozione in più. Buone per giro ad anello. Sulla vetta grande campana votiva.

Al ritorno, se si è partiti da Lerano, proseguendo lungo la cresta Ovest, si può continuare a scendere fino ad un roccolo, dove si gira a sinistra e si traversa per sentieri non segnati, fino a tornare sopra il paese, cui si scende per viottoli (solo per chi si orienta a occhi chiusi).

2) Corna Longa di Sovere (1313m). Imboccando la val Borlezza, si vede sulla sinistra una bella piramide rocciosa, che svetta sopra il paese di Sovere. Si scende a Sovere dalla strada della val Borlezza (rotonda con indicazione), si attraversa il torrente Borlezza e si prende per il Santuario della Madonna della Torre (400m). Qui giunti si può parcheggiare, ma è possibile anche proseguire, a dx del Santuario, salendo ancora un centinaio di metri (salita su asfalto, poi a sn, in piano non asfaltato, fino ad uno spiazzo dove si parcheggia). Qui si prende il sentiero, che sale sulla sinistra del monte, fino ad una spalletta (panchina), dove poi si inoltra quasi pianeggiante fino ad un bivio: a dx si sale, con qualche aiuto di funi e scalette, ad un bivacco degli Alpini (bivacco del Murì); proseguendo diritti, si trova più avanti un altro sentiero che sale pure al bivacco, in modo meno avventuroso; andando ancora diritti e girando a sinistra a fondo del vallone, si sale alla bella località di Possimo. Comunque, dal bivacco del Murì si offrono due possibilità: prendendo a dx, si sale per la bella cresta Sud, per sentierino sostanzialmente facile, fin sotto la vetta, dove si rientra sul percorso normale. Dal bivacco andando a sn si sale invece per mulattiera fino ad un bivio: a sn è indicata malga Longa, a dx si va alla vetta, evitando ancora un altro bivio a sn, che porta sopra malga Longa. In vetta (in realtà è solo il primo spuntone della cresta, che continua), Croce, bandiera e bellissima vista. Se si prosegue lungo la cresta, e poi si gira verso sinistra, per percorso segnato, ma un poco avventuroso, si perviene per boschi prima ad un roccolo, poi ad una bella costruzione (girando a sn si torna all’ultimo bivio sotto la vetta) ed infine a Malga Longa. Nel prato sotto la malga, in prossimità di un roccolino, parte un sentiero verso dx che porta, con lungo giro, fino a Possimo, dove si ridiscende al Santuario di partenza.

3) da Bossico al rif.Magnolini. A Bossico (850m), cui si sale da Sovere, si supera il paese verso destra, andando a parcheggiare presso la pizzeria “sette Colli” (indicata). Da qui parte il sentiero per il Magnolini (nr552) Dopo non molto si trova un bivio: entrambe i sentieri vanno bene, poiché l’uno aggira a sinistra la modesta altura del monte Valtero, che si erge a Nord di Bossico, l’altro sulla destra. Alla fine i due si ricongiungono, ed arrivano alla località malga Ramello del Nedi (1412m), da cui si sale al Magnolini (1608m). Da qui alla cima del monte Alto (1721m), che lo sovrasta, il passo è breve. Il ritorno per il ramo di percorso alternativo. Bella passeggiata per tutti e con ogni tempo.

Nelle immagini si documenta una traversata con i sentieri completamente ostruiti dagli alberi caduti per una tempesta di neve nella notte del Natale 2008.

4) cima Blum e monte Parè (1642m). Due belle cime sulla dorsale che da Clusone sale verso il passo Olone e la Presolana, e che divide l’altopiano di Clusone dalla valle di Valzurio. A Rovetta, paese immediatamente dopo Clusone, salendo verso Castione, si parcheggia presso la sede degli Alpini e si prende la strada silvo-pastorale che sale al Blum. La si segue senza gloria fino alla bella chiesetta Alpina del Blum, dietro la quale (Est) parte il sentiero per il monte Parè, sormontato da bella Croce. Percorso invernale, perchè d’estate dal Parè parte il sentiero di cresta per il monte Valsacco (1772) e per le cime di Bares (1974m), seguite dal passo Olone (1850m). La traversata delle cime di Bares è considerata delicata, ma si può scendere appena prima. Tornando alla chiesetta, si può salire il breve percorso per cima Blum (1297m) e scendere a bei cascinali, sul sentiero per Clusone. 

Al Blum è possibile salire anche da un sentiero più impegnativo che parte dalla piazza di Valzurio, scende al torrente, lo attraversa, lo segue un tratto verso dx e poi gira  a sn e sale.

5) Pizzo Formico (1637m). Si sale in auto al rif, San Lucio (1025 m),  prendendo la strada all’indicazione che troviamo sulla strada principale di fondo valle, nel tratto tra le due rotonde di Clusone. Qui parcheggiamo  e raggiungiamo il rifugio. Alle spalle del rifugio ci dirigiamo a imboccare il sentiero 508 salendo prima un prato poi nel bosco sino ad incontrare la partenza del sentiero che coincide con la strada forestale che sale alla Baita Pianone (1142 m).
Superata la piana prendiamo a salire su sentiero ben tracciato, entrando nel bosco e traversando verso destra, fino a giungere alla Forcella Larga (1470m), dove abbiamo la sorpresa di scoprire che, dall’altra parte del monte, sale mezza Bergamo, dalla strada di Gandino, per raggiungere i piani di sci da fondo, dominati dal rifugio Parafulmine, di fronte a noi a 1536m. Noi si gira a destra e si sale per cresta fino alla gran Croce della vetta del Formico (1636m). Ritorno per lo stesso, oppure tornando alla forcella Larga e risalendo dall’altra parte ai Morti della Montagnina (1483m), dove è possibile tornare a S.Lucio con altro giro, verso Est, per strada silvo-pastorale

5a) Pizzo Formico da S.Lucio (come sopra), ma con traccia GPS, e con visita a Clusone.

6) al rifugio Parafulmine (1536m) da Gandino, con GPS. Da Gandino, paese della bassa Val Seriana, si prende per la frazione di Barzizza, dove cartelli indicatori ci portano sulla strada per il Monte Farno (località pianeggiante a 1200-1300m, che del monte ha solo il nome). Si segue la strada fino a circa 800m, dove si trova un tornante sinistrorso, ed è l’ultimo posto posto per parcheggiare gratis. Da qui bei cartelli indicatori vi indirizzano sulla destra, per il sentiero della val Guazza, che parte subito in erta salita, appena terminata la strada larga che vi inganna all’inizio, ma che termina dopo pochi metri. Appena partiti, si incontra sulla destra il “Sentiero delle cimette“, che porta al rif.Parafulmine con un giro sulla destra del monte, che non conosciamo, ma che offre, dopo poco, una alternativa di salita meno erta di questa, a detta di escursionisti locali. Comunque, il sentiero, seppur erto all’inizio, è bello e porta in breve alla Croce dei Pastori, immensa costruzione che sovrasta Gandinoproteggendolo da ogni male. Nei pressi sorgono anche il bivacco Baroncelli, piccola costruzione munita di ogni conforto, ed la Tribülìna di Guazza (Santella). Dietro il bivacco parte, in salita, il sentiero per il Parafulmine. Dopo pochi metri, costeggia una brutta forra, con la protezione di un filo di ferro teso come ringhiera. Attenti, se con ghiaccio! Il percolo dura solo pochi metri, poi si arriva all’aperto. Qui vi è un primo bivio: salendo a dx, si arriva al rifugio direttamente (noi lo faremo al ritorno). Più avanti, un altro bivio porta al rifugio attraverso la Baita Guazza Alta. Noi proseguiamo bassi fino alla Guazza Bassa, che si vede dopo poco. Da qui, ancora avanti con poca pendenza, fino sotto il Formico, dove si vede il Parafulmine alto sulla destra, in cima ad una erta salita. Non pestate le piste da fondo, pena maledizioni varie, e salite seguendo le tracce.

Giunti al rifugio (1536m), infestato da barattieri orobici (gente che sosta perennemente ad ogni bar, con bicchieracci di bibite davanti a sè), dopo le foto di rito, torniamo per la cresta Ovest, seguendo altre peste, che ci riportano nei pressi della Croce dei Pastori, poco prima della forra. Tornati alla Croce (località Barile), prendiamo un sentiero per il Monte Farno. Il percorso è pianeggiante, ma deve aggirare un profondo vallone, ed è a tratti esposto. Anche qui, attenti con neve ghiacciata. Giunti al Farno, troviamo la strada asfaltata che ci riporta al tornante dove abbiamo parcheggiato.

7) val d’Agro e val Piana di Gandino, giro ad anello, con GPS. Due belle valli a Nord-Est di Gandino, offrono la possibilità di un giro ad anello, per tutti. Tra le due, la Croce del Corno offre anche possibilità di emozioni aggiuntive (non salita oggi, per la neve). Le vallate, anche se non alte di quota, sono ugualmente ricche di fascino, perchè percorse da profonde forre e sovrastate da belle pareti.

La partenza in via degli Opifici, a Sud-est di Gandino, all’incrocio con la stretta e tortuosa via dei Morti delle Baracche (530m).

Si sale per quest’ultima e ci si immette in via Diaz, che si risale fino alla prima curva a sn, (bella santella) dove, senza alcuna indicazione, parte la strada della Val D’Agro. Dopo poco, passando a dx della chiesetta di S.Gottardo (627m), si incrocia la strada che viene da quella, e cominciano le indicazioni. La strada, superata una prima fontanella (con possibilità di scorciatoia sulla dx), sale tra malghe e costruzioni varie, a tratti molto erta, a tratti pianeggiante. Si incontra sul percorso una bella Tribülina (termine bergamasco per indicare Santella votiva per morti locali), ed alfine si giunge (a 1000m) alla fine della strada, in prossimità di una sorgente. Da qui parte, sulla dx, un sentiero per la Croce del Corno, che svetta proprio sopra la testa. Noi proseguiamo sul fondo valle, che si fa stretto e tortuoso, in ambiente selvaggio. Si sale decisamente, si gira sulla destra, abbandonando un vallone impraticabile, si incontra un’altra Tribülina (delle Reolte – rivolte?) che ricorda operai morti a Campo d’Avene nel 1890, ed infine si sbuca a Campo d’Avene (1257m), una gran piana con bella malga e Crocefisso. Da qui si prende un percorso pianeggiante (oggi battuto dalla slitta a motore) che, in circa un’oretta, ci porta a Monte di Sovere ed alla Malga Longa (1219m). Appena prima di Monte di Sovere si incontra, sulla dx, la strada che sale dalla Val Piana (senza indicazione veruna). Appena prima di Malga Longa, un sentiero indicato con un cartello confusionario (Gandino-Peia), permette di scendere sulla strada, accorciando un tratto il percorso. Si sbuca sulla strada in prossimità degli ultimi parcheggi (a pagamento col Gratta e Sosta). Si segue la strada, incontrando la bella chiesetta di S.Maria degli Angeli (1000m), in alto a sn per chi scende. Dopo circa 500m, un primo sentiero sulla dx per la Croce del Corno, che non si prende, e poi il sentiero per Fontanei, che permette di abbandonare l’asfalto e tagliare un lungo tratto di strada. Il sentiero è molto bello e ben tenuto (vi sono 4 o 5 ponticelli di ferro mesi da poco), ma con alcuni tratti esposti, che possono essere pericolosi con neve o ghiaccio. Alla fine, dopo un’altra santellina e poi una nuova Tribülina, si risbuca sulla strada nei pressi di Fontanei (730m), ultima località con parcheggio gratuito. (Da qui parte un altro sentiero per la Croce del Corno, attrezzato per EE). La strada riporta al parcheggio di partenza, ma nei pressi dell’arrivo, ad un tornate a sn, è possibile lasciarla (segno), e accorciare il tragitto, giungendo alla chiesetta di S.Rocco e ad una bella fontana (“dei Nonni”, mentre lì vicino c’è n’è una “delle Mamme”). Si passa sotto il volto dello stabilimento e si arriva a destinazione.

8) monte Podona (1227m), con GPS. Il Podona è il primo monte notevole all’imbocco Ovest della val Seriana. Non è molto alto, e per di più è circondato da abitati, come Selvino (962m) o Salmezza (1000m) che ne rendono molto facile e breve la salita. E’ frequentato da corridori alpini orobici che, in tuta e scarpette, ne percorrono incessantemente i sentieri, costringendo i gitanti a continui spostamenti laterali per non esserne travolti…Abbiamo scelto di salirlo da Lonno (700m), frazione di Nembro, dal cui centro è raggiunta da bella strada. (Il CAI Nembro era presente a tutti i Rallies dell’Adamello, quando li facevo anche io)  Si parcheggia di fianco alla chiesa. Scesi dalla macchina, ci si trova nel mezzo di un via vai di tizi nerboruti e membruti, con tute attillate e scarpette multicolori, che si buttano dai loro automezzi e partono di scatto, immaginiamo verso il Podona. Poichè in centro a Lonno non si trova alcuna indicazione per il monte (secondo l’usanza bergamasca, le indicazioni sono riservate a quelli che già le conoscono, e quindi poste 500m al di là da dove servirebbero), e poiché la difficoltà data dalla lingua che divide bresciani e bergamaschi (nessun accordo è stato ancora raggiunto sull’uso dell’aspirata e di molti suoni gutturali) rendeva difficile l’informarsi, abbiamo scelto uno dei tanti per seguirlo nel suo andare. Naturalmente, era l’unico che non andava sul Podona. Quando, insospettiti del suo girovagare, lo abbiamo interpellato (in esperanto), ci ha rivelato che eravamo sul sentiero per cima Valtrusa, una cima minore, dove c’è una bella Croce, mentre per il Podona potevamo rimediare per un sentierino di cresta, ben indicato. Così abbiam fatto (vedi GPS). Non contenti del primo errore, comunque, ne abbiamo fatto un secondo, insistendo per cresta dove dovevamo andare a destra, e finendo in mezzo a rocce e rovi millenari (i Corni), da dove siamo usciti con non poca fatica, scendendo sul Forcellino (860m), un goletto dove si incontrano ben 5 sentieri, provenienti da tutte le località possibili, compreso quello da Lonno che avremmo dovuto seguire (e che percorreremo in discesa). Prendendo il sentiero di mezzo (che passa accanto ad un casino diroccato), si inizia a salire in mezzo alle rocce, con bella pendenza, per circa 70m. Poi il sentiero si fa più dolce, e cosi si giunge alla prima vetta del Podona, a 1183m, con altissima Croce. La vera vetta (1227m) è però 600m (distanza) più avanti, dopo una breve discesa (attenzione con neve e ghiaccio, anche se non esposta). Giunti, per cresta, alla seconda e vera vetta, si potrebbe scendere dall’altra parte (Nord) a Salmezza od a Selvino, per rientrare a Lonno per sentieri che costeggiano il Podona ad Ovest ed a Est. Disamorati dalle traversie del mattino, sospettando nuovi inganni, siamo invece tornati per il percorso già fatto, salvo, al Forcellino prendere a dx per il bel sentiero sbagliato al mattino. Abbiamo potuto così vedere l’errore commesso alla partenza: di fronte alla chiesa sa va diritti per via Buonarroti (vedi foto), senza girare a dx per via Raffaello Sanzio, fino a trovare le indicazioni per il monte. Per di più, quella è anche la strada che va a Salmezza, e che avremmo potuto percorrere in anello.