de mundi: l’Idealismo

Con il termine di Idealismo indichiamo la convinzione che la realtà, tutta la realtà, sia pensiero. La materia, intesa come ciò che esiste indipendentemente dal pensiero, secondo la definizione di Hobbes, non esiste. Esiste invece la materia, intesa come ciò che esiste indipendentemente dal  nostro pensiero, cioè dal pensiero individuale. Nel corso dei millenni, molte furono le forme di Idealismo, ma tutte ebbero in comune questa convinzione.

 

Idee sbagliate sull’Idealismo

La prima reazione della persona comune di fronte all’Idealismo, è quella di pensare che l’Idealista creda che il mondo esterno non esista e tutto sia fantasia.

Questa opinione è dovuta alla irrazionale convinzione, dovuta all’abitudine che abbiamo fin dall’infanzia, di credere che la materia sia ciò che esiste sostanzialmente, mentre il pensiero sia qualche cosa di evanescente, di mutevole e sfuggente.

In realtà, il pensiero è l’unica cosa della cui esistenza siamo certi, e la materia una (inutile) ipotesi del pensiero.

Bertrand Russel, ad esempio, affermava: un idealista è un tizio che crede che quando è salito in carrozza, le ruote del treno non esistano più, dimostrando di preferire le battute di spirito alla verità, o di non capire nulla dell’idealismo

L’idealista non pensa affatto che il mondo intorno a lui non abbia realtà, non pensa che esso sia un suo pensiero, come fa il solipsista: il mondo intorno a noi è pensiero di Dio, e quindi ha per noi una realtà assolutamente oggettiva.

Un altro esempio di incomprensione è rappresentato da Kant, che tratta l’Idealismo con estrema durezza, annoverandolo tra le correnti di pensiero più perniciose:

Orbene, proprio con la critica [cioè con la filosofia kantiana, ndr] è possibile rescindere proprio alla radice il materialismo, il fatalismo, l’ateismo, l’incredulità dei liberi pensatori, la stravaganza e la superstizione,… ed infine anche l’idealismo e lo scetticismo…

I. Kant, Critica della Ragion pura, Prefazione alla 2° edizione, Einaudi, Torino 1957,  p. 36.

 

L’idealismo è la teoria, che dichiara l’esistenza degli oggetti nello spazio, fuori di noi, o semplicemente come dubbia e indimostrabile, oppure come falsa ed impossibile

I. Kant, Critica della Ragion pura,  Einaudi, Torino 1957,  p. 295.

 

In realtà, Kant è completamente idealista, senza saperlo, fuorviato dalla sua scarsa conoscenza di tale corrente di pensiero, ai suoi tempi non ancora chiaramente sviluppata. Infatti, nella sua visione, la materia non ha alcun posto, dividendosi la realtà tra fenomeno, cioè ciò che appare, e noumeno, cioè la realtà vera, la cui caratteristica, indicata dal termine, è quella di essere intelligibile.Tempo e spazio, i due parametri propri della materia (estensione e movimento, secondo Cartesio), sono, secondo Kant, due modi della coscienza, cioè  creazioni della nostra mente.

 

Per l’idealista, affermare che il mondo è pensiero significa solamente dire che la “materia” di cui è fatto il mondo è il “pensiero”: per il nostro comportamento pratico nulla cambia. Cambia invece il nostro grado di conoscenza della Realtà ed il riconoscimento razionale della realtà dello Spirito, con conseguenze  sulle nostre opinioni riguardo alle altre Realtà spirituali.

Un altro grave errore che colpisce il pensiero idealista è quello che vede nell’Idealismo la negazione della Libertà individuale: abbiamo già risposto a questa obiezione nel capitolo sulla Libertà.

 

 Descrizione fondamentale del mondo idealista

 

  • Pensiero attivo e pensiero oggetto.

Pensiero è un termine un poco ambiguo: esso infatti indica sia la capacità attiva di pensare, che chiamiamo Spirito, sia l’oggetto del Pensiero attivo, cioè le cose pensate.

Anche il pensiero oggetto, come possiamo facilmente verificare esaminando il nostro pensiero, fa parte dello Spirito, come suo contenuto.

Lo Spirito Assoluto, cioè Dio, esiste in quanto pensa se stesso: Egli è ad un tempo Pensiero attivo e Pensiero oggetto di se stesso. Egli, inoltre, pensa l’intera Realtà, come altro da sé: una parte di questo pensiero è unicamente pensiero oggetto, o almeno così ci sembra (ad es. il mondo che ci circonda, di cui noi non percepiamo alcuna autocoscienza); altre parti del pensiero divino sono da Lui pensate come altri Spiriti, cioè sono pensieri a loro volta pensanti: questi siamo noi, intesi come autocoscienza, cioè il nostro Io.

 

  • Il nostro Io, come pensiero attivo e il nostro corpo, come terminale sul mondo.

Noi, a nostra volta, originiamo pensiero oggetto dentro di noi, pensiero che ci permette di agire liberamente sul pensiero divino, cioè sul mondo.

Dio ci pensa immersi nel mondo, e ci partecipa questo suo pensiero (cioè il mondo) attraverso una parte del mondo stesso, cioè il nostro corpo, che fornisce un meccanismo alla nostra conoscenza del mondo ed alla nostra azione su di esso, in base a regole precise: infatti il nostro corpo è quella parte del mondo che il nostro Spirito può comandare con la sua Volontà, ed agire sul resto del creato, attraverso le leggi fisiche che regolano la Natura.

Poiché sia il mondo, sia noi siamo pensieri in atto di Dio, cioè Dio ci fa esistere pensandoci in tempo reale, la nostra possibilità di agire sulla materia attraverso la volontà (cioè muovere il nostro corpo) comporta che Dio cambi il suo pensiero conformemente alla nostra volontà, nel limite delle regole e limitazioni concesseci.

D’altra parte il nostro corpo è anche quella parte di mondo che trasmette al nostro Spirito le informazioni esterne (sensazioni). Queste vengono percepite dal nostro pensiero, nella forma di pensiero, così come pensate da Dio per noi. In realtà il nostro corpo non c’entra niente, se non come immagine esterna del processo di condivisione del pensiero divino. Esso però ci comunica le regole attraverso cui questa condivisione si attua.

Il mondo, quindi, è una sorta di memoria condivisa tra Dio e noi, cui noi accediamo tramite il nostro corpo.

Il nostro corpo è quindi simile al terminale di accesso ad un computer: il monitor (capacità sensitiva) ci mostra il contenuto della memoria del calcolatore, il mouse o la tastiera (corpo meccanico) ci permettono di agire su questo contenuto, con le regole previste.

 

  • Il tempo e lo spazio, come modi dell’Io di esplorare il mondo.

Il Pensiero Assoluto (Dio), esiste al di fuori del tempo. Anche il Suo pensiero-oggetto esiste fuori dal tempo, cioè tutto assieme, in un unico Atto che comprende passato, presente e futuro. Il pensiero di Dio, quindi, non è un pensiero né fotografico (che mostra le cose così come esse appaiono in un dato istante), né storico (cioè che si sviluppa nel tempo), ma logico: contiene cioè lo sviluppo logico attraverso il quale ogni cosa viene ad essere.

Il tempo è il modo con cui il nostro Spirito, limitato, condivide il pensiero divino, percorrendolo nel verso del suo sviluppo logico.

Anche in questa concezione del tempo si vuole vedere un ostacolo alla Libertà dell’Uomo; a questa obiezione abbiamo già risposto nel capitolo riguardante la Libertà.

Parimenti si deve pensare dello spazio. Questo non significa però che tempo e spazio non hanno alcuna realtà: essi devono necessariamente corrispondere a caratteristiche degli oggetti del pensiero divino, che si presentano a noi in tale forma.

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