i monti di Pescarzo fino al passo di Campelli

La catena che va dal passo di Campelli al monte Elto separa la valle di Paisco dalla Valcamonica vera e propria. In questo tratto si ha il passaggio dalle rocce silicee, proprie del Nord della Valcamonica, alle calcaree, del Sud. Stranamente si trovano le calcaree dalla parte Nord-Est (monte Elto e pizzo Garzeto, cima di Tanerle, cima Sfandita e monte Cuel), mentre a Sud-Ovest del passo d’Ebigno i monti tornano silicei (Campione e Campioncino). A Sud di Campelli si ha il passaggio completo al calcareo, con il gruppo della Concarena.

Centro per le escursioni in questa zona è l’antico borgo di Pescarzo, suggestivo centro sopra Capo di Ponte, a 615 metri di quota. Sopra Pescarzo, due belle località che possono essere meta di gite nel periodo invernale: il bivacco Adamone e la località di Nistabol,

Più in alto, il pizzo Garzeto ed il monte Elto sono raggiungibili da tali località. Invece, Campione e Campioncino si salgono dal passo di Campelli, che è più facilmente raggiungibile da Ono S.Pietro, dalla val Camonica, ma ancora più velocemente dal rifugio Bagozza di Schilpario.

Le mete documentate sono

1) il bivacco-rifugio Adamone (1456m); disl. 850m; si tratta di un bellissimo bivacco, tenuto segreto da quelli di Pescarzo, che non hanno segnato il sentiero di salita, se non nell’ultimissimo tratto, più una segnalazione casuale ad un bivio, fuori strada. Salite a Pescarzo da Capo di Ponte e parcheggiate all’inizio del paese o nel parcheggio sovrastante. Proseguite a piedi risalendo tutto il centro abitato, fino ad una fontana-lavatoio dove la strada è quasi orizzontale e va verso sinistra. Qui, in via Nisgiole, di fronte al civico 3, parte la mulattiera per il bivacco, che sale precipite verso destra. Dopo 150-200 metri di dislivello, la strada si spiana girando verso destra e passando ad una presa d’acqua; poi risale ancora, e aggira a sinistra il costone. Pochi metri avanti si prende una deviazione a sinistra  che sale più erta, passando accanto ad un gruppo di baite. Da qui in poi continuate a salire, preferendo le deviazioni a destra (sempre in salita), fino dopo i 1100m, dove si trova una indicazione del bivacco che vi indirizza verso sinistra su una bella mulattiera selciata che non vi abbandona fino alla meta, passando di fronte al Cristo delle Nevi, una scultura che solo la Pietà popolare rende ammirevole.

2) Nistabol di Pescarzo (1450m); disl. 850m; bel poggio con chalet-baita privata, bella fontana. Più ad Ovest rispetto all’Adamone, sulla stessa quota.

A Pescarzo, giunti al bivio per l’Adamone si prosegue invece diritti, si entra nella valletta dopo il paese (più avanti ponte con curva a sinistra) e si prosegue seguendo i segnali per l’agriturismo Pé. Giunti al cartello con indicazione Pisine (bella santella), si gira a destra e si sale fino ad un bel borghetto rustico; avanti ancora fino ad una fontana, dove si gira a sinistra, sempre in salita (qui si trova l’unica indicazione per l’Adamone, avanti a destra pianeggiando). Seguendo sempre le indicazioni per l’agriturismo (fare attenzione, che ci si perde), alla fine lo raggiungerete: bella costruzione, con panorama incantevole sul Badile e sulla conca del Tredenus. Qui si deve girare all’indietro (a sn), sul piano superiore a quello da dove si è pervenuti. Si prosegue per ampia carrareccia, che prima sale poi pianeggia fino al torrente, superato il quale inizia a salire con pendenza bestiale fino ad addolcirsi poco prima dell’arrivo (bei faggi sul percorso). Si giunge a Nistabol con una brusca curva a destra e 30 metri di ultima salita. Pic-nic davanti allo chalet, proprietario permettendo (signore molto gentile e sempre assente). Bella iscrizione su legno. Attenti ai cavalli, normalmente presenti.

3) il pizzo Garzeto (2088m); disl. 1400m; il pizzo Garzeto è una propaggine del monte Elto, a cui è collegato per breve sentiero; pertanto le due cime possono essere raggiunte in un’unica giornata. Ma, mentre l’Elto è una meta per tutti, il Garzeto è riservato agli EE, a causa delle pessime condizioni dei sentieri  (e delle segnalazioni) nei pressi della cima. Cosicché è meglio considerare i due monti separatamente. dal bivacco Adamone si prende la traccia segnata che sale verso destra (guardando il monte). Questa traccia resta segnata per breve tratto, finché incontra un sentiero proveniente da destra e che prende a salire verso sinistra. Seguendolo ci si porta dentro la valle che sale verso il pizzo Garzeto, e ci si porta fino sul fondo di questa. Qui si inizia a salire per erto prato, puntando sulla destra, fino ad intersecare un sentiero che sale parallelamente al percorso seguito, ma che per mancanza di segnalazioni non si è potuti prendere prima. Il sentiero vi accompagna brevemente sulla cresta, poi vi abbandona e si deve ricominciare a salire in libera, con pendenza man mano crescente. Io mi sono spostato sulla sinistra, tenendo piuttosto il fondo della valletta che la cresta. Alla fine si giunge ad un sentiero trasversale che porta ad un sentierino, stranamente segnato, che supera il balzo roccioso prima della Croce. Sentieri segnati giungono da sinistra, forse dalla cresta a sinistra della valletta e dal monte Elto. Utile piccozza, che non avrete per mancanza di neve.

4) il monte Elto (2148m); disl.1550 da Pescarzo, 650m da Schilpario. Da Pescarzo si sale a Nistabol, dove si inizia a risalire il pendio retrostante, dapprima per sentiero, poi per tracce, ma sempre puntando alla max pendenza, fino ad una breve valletta erbosa dove una traccia sempre più evidente permette di uscire verso destra e poi di raggiungere la strada-mulattiera proveniente dal passo di Campelli. Si gira a destra e si raggiunge il passo di Garzeto (2048m). Qui si abbandona la mulattiera, che prosegue girando a sinistra, e si prosegue diritti per sentiero segnato, passando però sul versante Nord del monte. Il sentiero porta in breve alla vetta, salendo in cresta nell’ultimo tratto (facile).

Dal passo di Campelli (1892m), che si raggiunge dal rifugio Bagozza (1600m), sulla strada Schilpario-Vivione, si scende verso la valle Camonica di un centinaio di metri abbondanti, fino a trovare, in occasione di un tornante destrorso, una bella mulattiera che, passando sotto una grande malga, se ne va verso sinistra, traversando tutta la lunga costa fino al passo Garzeto, passando sopra Nistabol, da cui si sale col percorso precedente. Percorso con meno dislivello del precedente, ma molto lungo.

5) cima di Tanerle e cima Sfandita (2200 e 2192m). Si tratta di due cime vicine, separate da una cresta divisa per lungo da una impressionante faglia, profonda dai 10 ai 20 metri, da cui, probabilmente, il nome della seconda cima. La via più breve, se non si hanno permessi per giungere da Ono s.Pietro alle baite del Mella, è dal rif.Bagozza (1600m), sopra Schilpario, lungo la strada del Vivione. Si sale da lì al passo di Campelli (1892m), da dove si deve portarsi a malga Cuel (2000m circa), ad Est dell’omonimo monte. Vi si può giungere da due vie: il sentiero 159, che, partendo dal rif.Campione, poco a Nord del passo, prosegue per il passo d’Erbigno (1980m) e poi per malga Cuel, tenendosi in quota, ma coi soliti alti e bassi e ghirigori, o dalla strada bassa, detta strada della Prealla, che si prende cento metri sotto il passo, sulla strada per le baite del Mella, nei pressi di una bella malga, e che va fino al passo Garzeto. Da questa strada si stacca, sulla sinistra, poco prima di un cartellone didattico, quella per malga Cuel. Da qui si riprende il sent.159, fin sotto la vetta di Tanerle (conchetta), dove si abbandona il sentiero e si sale all’indietro per evidente antica strada, che porta al passo di Tanerle (2115m), appena sotto (Sud-Ovest) della vetta, raggiungibile per la facile cresta. Si ridiscende quindi al passo, e per interessante cresta ci si porta sotto cima Sfandita, cui si sale in breve. Si ritorna un poco indietro, anche fino al punto più basso della cresta, e si gira a destra, scendendo per erte ma facili balze, a scelta fino al sentiero percorso in andata, o, traversando a destra e mantenendo quota, fin sotto la bocchetta tra monte Cuel e cima Sfandita (che, nelle immagini, abbiamo battezzato bocchetta Cuel). Per il ritorno, scegliendo il sentiero 159, si deve prenderlo ad una evidente bocchetta appena sopra la malga (non è il sentiero che parte dalla malga, quasi in paiano). Da qui si prosegue senza possibili deviazioni, fino al passo di Erbigno, da dove si può anche rientrare, più faticosamente, senza tornare al passo di Campelli, ma passando a destra del monte Campione, fino alle miniere del Giovo (1980m), da cui si scende al passo del Giovetto (1852m) e. costeggiando a sn, per sentiero segnato (indicazione p.so Vivione) il monte Gardena, si raggiunge la bella strada che vi sale, da cui si scende alla malga Arena (1675m), poco distante dall’arrivo.

6) i monti Campioncino (2100m) e Campione (2184m); disl. 800m; si sale da Schilpario, dalla malga Bagozza; poichè però il tratto finale si fa superando il passo di Campelli, e quindi dal lato camuno, ne parliamo qui. Le due cime sono molto vicine e, senza neve, possono essere raggiunte in una unica escursione. D’inverno il Campioncino è meta di salite con sci o ciaspole, mentre il Campione viene raggiunto solo dai più temerari. Si sale fino al passo di Campelli, che si supera e si prende la mulattiera-sentiero che prosegue in leggera salita verso sinistra (Nord). Dopo la prima salita, si trova un valloncello che scende da sinistra, che permette, specie con neve, di salire sulla cresta del Campioncino, che si risale fino alla base della vetta, più erta. Sempre per cresta si raggiunge la vetta. In alternativa, si prosegue fino al rifugio Campione, dove si sale verso il Campioncino per la grande conca che si apre sopra l’edificio.

Per il Campione: dalla vetta del Campioncino scende un sentiero per capre fino al goletto tra le due cime. Per chi non se la sente, breve discesa all’indietro e ci si porta al goletto traversando più in basso. Dal goletto si imbocca un sentiero di salita che, con un unico tornante, porta ad un breve pendio che adduce alla vetta. Il ritorno si fa dalla cresta Nord-Est, che scende al passo d’Erbigno: superato un breve tratto roccioso, senza scendere fino al passo, ma a circa metà strada, si trova un dosso erboso che permette la discesa verso destra nella conca, da dove, per percorso libero, si torna al rifugio Campione.

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