malga Gello o Gelo (1870m), da malga Boazzo, con GPS

Da ragazzo avevo imparato “monte Gello” e “malga Gello“. Oggi, moderni nomatori, li chiamano monte del Gelo e malga Gelo (che fantasia!). Il Laeng, nel suo “Adamello”, li chiama ancora “Gello”, e, di fronte, sotto il passo Brescia, si apre la conca del Gellino, con passo Gellino, cima Gellino e malga Gellino (oggi sperduta e irraggiungibile). Sono, forse, gli stessi che chiamano cime Boazzolo le vecchie cime Rondon (non capisco con che finezza, dato che di Boazze e Boazzoli sono pieni i monti, ed il nome deriva da “boasa”, italianizzato in “boazza”, l’escremento della mucca). Sono gli stessi imperversatori che chiamano Auccia la Punta dela Ucia (“ago”), sui monte della Valtrompia.

Del resto, altri guastatori stanno cambiando i nomi ai fiori alpini, seguendo altre mode, e rendendo obsoleti centinaia di ponderati testi botanici.

Pertanto seguito a chiamarli monte Gello e malga Gello, come pure cima e passo Rondon le vicine e sovrastanti cime.

La conca o, meglio, l’anfiteatro dove sorge malga Gello è un luogo magico ed incantevole, che merita il poco sforzo della passeggiata. Io vi ero transitato tanti anni fa, per salire al passo Termine e discendere al Gaver, al termine di un più lungo (3gg) giro ad anello (Gaver, passo Blumone, passo Brescia, Rif.Maria e Franco, passo di Campo, passo d’Avolo, passo Ignaga, rifugio Lissone, Forcel Rosso, malga Bissina, malga Boazzo ecc.), ma non me lo ricordavo così bello (magari perchè ero stravolto…).

Giunti al lago di Boazzo (1220m), si costeggia fino a dove la strada ricomincia a salire e qui si prende una viuzza sulla sn che porta agli impianti ENEl. Si parcheggia su un comodo spiazzo prima degli impianti (ce un altro spiazzo anche dopo). Si prosegue in piano, si attraversa il ponte sul torrente Leno (palestra di salite su ghiaccio) e si giunge, dopo 900m, alla partenza della strada militare che sale in val di Leno. La strada è larga e ben selciata, anche se piuttosto erta, per circa 500m, dove si stringe, ma viene costeggiata da una bella balaustra lignea, e, in brevi tratti anche aiutata da catene metalliche.

L’erta segue fino ai 460m, dove la pendenza si attenua, anzi cessa quasi del tutto, visto che la valle del Leno ha le caratteristiche delle valli glaciali adamelline, cioè, dopo il gradino iniziale, si spiana e prosegue per oltre tre km con pendenza ridotta, per ritornare solo qui a salire fino ai quasi 1850m della bella spianata-anfiteatro dove sorge una piccola costruzione, accanto ai rudere della malga Gello.

Da qui si può proseguire fino ai 2334m del passo del Termine, oppure, girando a destra, fino ai 2592m del passo della Monocola, attraversando, verso i 2400m, il sentiero n.1 che va dal passo di Blumone al passo Brescia.  Dietro il passo della Monoccola si trova la capanna Mattia (2600m).

Noi abbiamo solo guardato, poi siamo ritornati a valle. Ma voi, più giovani, avete di ché sbizzarrirvi.

Distanza totale: 13764 m
Altitudine massima: 1850 m
Altitudine minima: 1211 m
Totale salita: 696 m
Totale discesa: -683 m
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