da Edolo all’Aprica

Edolo, che il grido di “Avanti l’Edolo!” nella gelida serata di Nicolajevka ha reso immortale, segna l’inizio dell’Alta Valle Camonica, che qui inizia a curvare verso Est.

Da Ovest cade sul paese la valle del torrente Ogliolo che porta all’Aprica ( e che chiameremo, per semplicità, valle dell’Aprica), passo privilegiato per la Valtellina, purtroppo sconosciuto ai nuovi piloti automatici, che indirizzano tutti su per l’impraticabile Mortirolo, anche in pieno inverno. Questa importante via di comunicazione fu nota fin dai tempi più antichi come via di accesso per l’Italia dall’Europa centrale, poiché si accoppiava con il transito al Bernina su Tirano, e rendeva Brescia una chiave per il possesso dell’Italia per Longobardi e Franchi.

La valle dell’Aprica è caratterizzata dalle splendide valli di S.Antonio, che vi convergono da Sud, subito dopo Corteno Golgi, valli a cui dedichiamo una apposita sezione. Qui parliamo degli altri monti o mete che costeggiano da Nord e da Sud la strada per il passo, e cioè, subito a Nord-Ovest di Edolo, il Motto della Scala (2333m) e, più ad Est, il passo di Guspessa (1824m), mete adatte a gite invernali con ciaspole o sci.

Qualche considerazione merita il nome, così altisonante, del Motto della Scala, che dovrebbe, semplicisticamente derivare da un più semplice mut de la scala (monte d.scala), per la conformazione a gradini della cresta di salita. Ma, avendo trovato lo stesso nome “motto” in Valtellina, ed essendo la vetta di questa cima contornata da un cerchio di grosse pietre, erette ad arte, potrebbe anche indicare questi cerchi rituali o “delle streghe”.

Sul versante meridionale della valle troviamo invece, subito a Sud-Ovest di Edolo, il Piz Tri (2308m), adatto a gite sia estive che invernali, mentre, sopra ed a Sud di Corteno Golgi, il Corno di Barbione (2385m) offre altrettante occasioni in ogni stagione.

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Escursioni documentate:

1) salita al Motto della Scala (2333m) da Edolo: alla vetta si sale dalla località baite di Mola (1692m) per la cresta Sud-Est. Poichè a Mola si giunge anche da Monno (“la Mola l’è düra” è il nome di una manifestazione sci-ciaspistica del luogo), possiamo descrivere successivamente anche questo percorso. Dalle baite di Mola si perviene anche, per strada sterrata, al passo di Guspessa, ma tralasciamo questo percorso, adatto a gite estive.

Poichè a Mola si giunge normalmente in automobile, d’estate la meta Motto della Scala è poco ambita, ed adatta a piedi dolci e languide carezze.

Ad Edolo si prende per l’Aprica, ma dopo circa un km si gira a destra in via Primavera (indicazione Mola). Si sale finché si può; generalmente ci si ferma in località Restone (tornante a destra e bel gruppetto di case), a circa 1400m. Si prosegue per la strada, che offre due splendidi tornanti in erta salita ed un lungo falsopiano che metterà a dura prova la vostra pazienza. Giunti a Mola (bella chiesetta alpina, dedicata a Don Gnocchi), si seguano le tracce che salgono, verso destra, prima ad una casa ristrutturata, poi lungo il costone tondeggiante. Dapprima la salita è erta, poi più dolce, a gradoni, infiniti. Giungerete alla vetta colla lingua fuori.

Att.ne: il percorso è giudicato molto sicuro anche in presenza di neve fresca, ma si deve rimanere sul crestone, anche se erto, non deviare a sinistra, come può sembrare comodo ad un certo punto. Qui sono già morti in tre pochi anni fa, sotto la valanga caduta dalla cresta sovrastante.

2) salita al Motto d. Scala (Mola) da Monno: superato l’abitato di Monno, prima di giungere al primo tornante, si incontra sulla sinistra un bel santellone. Subito dopo, sempre a sinistra, un’area di parcheggio. Prima della santella una strada sterrata si stacca e scende per un tratto fino ad un ponte (resti di antiche condotte), che si attraversa; da qui si comincia a salire per mulattiera fino ad un’ultima cascina, dove il percorso diviene sentiero che entra nel bosco e, attraversandolo in diagonale da destra a sinistra, sbuca nella strada appena prima delle baite di Mola. Con la neve, quest’ultimo tratto può offrire qualche problema, negli attraversamenti di canaloni. Portarsi ramponcelli. Da qui, poi, si prosegue per il percorso già descritto sopra.

3) al passo di Guspessa (1824m) da Cortenedolo: il passo di Guspessa è normalmente raggiungibile in automobile per strada asfaltata, anche se stretta, più altre non asfaltate. E’ perciò adatto, d’inverno, a facili gite con ciaspole. Una via, che passa dalla pittoresca località di Guspessa (1580m), parte da Cortenedolo (893m), l’altra, quella asfaltata e più ufficiale, parte dal paesino di Doverio, poco più avanti. Giumti a Cortenedolo e attraversato quasi tutto l’abitato, dove un piccolo spiazzo offre un parcheggio a sinistra, parte a destra, puntando all’indietro, una ripida strada, all’inizio asfaltata, che porta, dopo varie vicissitudini e posti per lo più incantevoli, rimanendo sulla sinistra orografica della valle di Guspessa, e con un tratto pianeggiante, costeggiante dall’alto il torrente Guspessa, al paesino di Guspessa, in una bella conca, ricchissima di baite e casette. Proseguendo per la strada e compiendo un ampio giro verso sinistra, si va poi a raggiungere la strada ufficiale di Guspessa (quella che sale da Doverio), a poca distanza dal passo vero e proprio. Il passo è, comunque, poco identificabile, perchè consiste in un lungo tratto semipianeggiante.

4) al passo di Guspessa da Doverio: superato Cortenedolo, si incontra, dopo breve tratto, la deviazione a destra per Doverio (1112m), località subito raggiunta. Proseguendo per la strada, si cerca dove parcheggiare (in paese non si trova). Si segue pazientemente la strada, che porta, dopo numerosi tornanti e vari angoli ricchi di fascino e fascine, e quindi essersi congiunta con quella che sale da Guspessa, al passo. Poco prima dell’incrocio, è possibile abbandonare la strada sulla destra e tagliare per prati, salendo poi diritti, per ritrovarla successivamente (seguire le tracce, se ci sono, altrimenti state sulla strada). Una deviazione porta all’Aprica, passando per Trivigno (1750m) (si incontrano gitanti provenienti anche da lì, perché è più corta, ma non ne scrivo, perché non la conosco)

5) salita al Piz Tri (2308): questa è una classica sci alpinistica, adatta anche ad escursioni estive. Si parte da Loritto frazione beneaugurante di Malonno, che equilibria le sorti con l’altra frazione di  Moscio. Proseguendo per la strada principale, si supera il centro abitato e si prosegue per circa un km. Quando la strada, dopo una curva a sinistra in salita, gira a destra e si spiana, perdendo l’asfalto (1093m), si trova una deviazione a sinistra, percorribile con una certa attenzione fino ad un tornante, una brusca salita ed un tratto piano con area di sosta, e fontanina (1250m circa). Qui si parcheggia (a meno che la neve vi abbia fermato prima), e si prosegue per la strada che conduce ad un tornante a destra. Si può anche salire per un sentierino, poco prima della fontana, che taglia il tornante con un diagonale verso sinistra. Dopo l’incrocio col sentiero, la strada prosegue fino ad incontrare una altra deviazione verso sinistra, con sentiero che gira all’indietro, con mancorrente in legno ed indicazione Piz Tri. In realtà sarebbe preferibile seguire la strada, meglio segnata, ma in inverno si deve invece seguire le tracce già presenti, per non correre il rischio di perdersi. Il sentiero, infatti, ritroverà la strada molto più avanti, dopo un percorso abbastanza tortuoso e non facile da raccontare, ma semplice da seguire se già tracciato. Comunque la salita avviene seguendo la cresta Nord-Est del monte, tenendosi però sul versante sud. D’estate si seguano i segni, d’inverno le tracce. Verso i 1900m si incontrano i due laghetti del Piz Tri, che possono costituire da soli degna meta, per chi non volesse strafare. Il sentiero segnato passa tra i due laghi, sale su di un costone retrostante e gira poi a sinistra, puntando alla base della elevazione finale. Si sale per traversone sinistro fino alla cresta Sud, dove si prende e si segue una bella strada militare che porta fino alla vetta. Appena giunti sulla cresta si incontra un’altro sentiero che sale da Lezza, altra frazione di Malonno. D’inverno la strada si perde qua e là, e si seguono le tracce.

L’ultimo tratto di qualche metro è piuttosto erto, e merita attenzione. In vetta, Madonnina.

Att.ne: sul Piz Tri soffia sempre un vento da bufera: coprirsi, chi può…

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sul Piz Tri

salita estiva ed invernale, con possibile meta ai due laghetti sottostanti

i laghetti del Piz Tri

i laghetti visti da ogni angolazione (meno che da sotto, per pudore)