monte Sossino o Susino (2399m), con GPS

Il monte Sossino (2399m) sorge a Nord del Pizzo Camino, facendo parte di quella catena, tra alta val di Scalve e ValCamonica, che parte a Sud con la Corna di S.Fermo (2329m), prosegue con cima Moren (2418m), Pizzo Camino (2491), m.te Sossino, cima di Ezendola (2174), cima Vai Piane (2181),  e termina con il Cimon della Bagozza (2407) e il passo di Campelli, girando poi verso Est con la Concarena (2549m).

Questo è l’unico monte dei nostri paraggi privo di qualsiasi indicazione, segnalazione, ometto o paletto che ne indichi la via di salita, o anche, più semplicemente, l’esistenza. Privo anche di sentiero, che è sostituito da una esile e labile traccia che si perde continuamente, talché io vi sono arrivato involontariamente con una variante fuori ordinanza, che, comunque, suggerirei come via normale, a tal punto che l’ho scelta anche per la discesa. Perfino il nome è incerto, oscillando tra Sossino e un curioso Susino (a questo punto, meglio “Assassino”). Perfino la Croce di vetta risulta divelta, sostituita da un minuscolo e miserando ometto (unico su tutto il percorso).

Si tratta però di un bellissimo monte, con una via ardita ma senza veri pericoli, ed uno splendido panorama di vetta.

Il percorso iniziale è quello per il passo di Varicla, passando per il rif.Laeng.

Invece, però, di partire da Villa di Lozio, per farla più breve siamo saliti da Borno, dove, dalla località Navertino, una bella ma ripidissima strada forestale porta fin nei pressi del lago di Lova (1300.1450m).

Giunti a Borno, in centro (ente turistico) ci si munisce di un biglietto di parcheggio (4euro) da un macchinetta comune. Si torna all’inizio del paese e si prende via Caidone, poi via Pizzo Camino, poi via Navertino (1000m). Da Navertino (ultimo parcheggio gratuito), si continua per l’erta ma bella strada che porta al lago di Lova. Prima del lago (bivio) si prende la deviazione di sinistra, che porta fino a 1450m. Io, però, mi son fermato prima, al parcheggio di Cambrusì (1326m) (da non confondere con l’omonima cittadina francese nei pressi di Versailles), preoccupato per la salute della automobile, vista la pendenza.

Si segue l’indicazione Pizzo Camino – Rif.Laeng, girando verso dx. Dopo un tratto di strada (che porta al valico di Mignone), in località Rocol del Tabachì (inutile cercarvi liquori o sigarette, di cui dovete esservi preventivamente muniti), si inizia a salire a sn per il bel sentiero che porta al rif.Laeng (1732m). Qui giunti si prosegue per il passo di Varicla, ma, poco prima del passo, giunti ad un intaglio che guarda su Schilpario, senza alcuna indicazione (il Sossino NON è mai indicato da nessuna parte) si gira a dx per un sentierino ben visibile, che, costeggiando il baratro verso sn, supera un basso costone roccioso, giunge in una bella conca erbosa (2 passi appena appena esposti) e qui si perde, tornando a far capolino di tanto in tanto come tracciolina tra l’erba. Comunque, basta seguire il crinale, che scende a picco verso Ovest, ma non è esposto verso Est (destra), e continuare a salire per la dorsale che si fa man mano più erta, ma senza alcuna esposizione.

Quando il crinale (2300m circa) gira per un breve tratto verso sn, per poi tornare a dx ed attingere la cima (questa è la via di salita, parrebbe, ufficiale), una traccia abbastanza evidente verso dx mi ha portato a poco a poco, salendo in diagonale, un po’ erta, un po’ più dolce, sparendo e riapparendo, fino al canalone che scende dalla cima. Qui, scegliendo il percorso più adatto alle vs attitudine alpinistiche (prima sulla sn, poi di nuovo a dx), sbuffando e bofonchiando, ma con facilità, saliti per una trentina di metri, si giunge ad un traversone a sn ben calpestato che, in circa 10m, porta sul crinale (che nel frattempo è continuato a salire, anche senza di voi), circa 20m sotto la vetta, che si raggiunge senza problemi.

Questa via evita qualsiasi esposizione, che nell’ultimo tratto di cresta è accentuata dal fatto di essere questa molto ripida, per cui l’ho percorsa senza difficoltà anche in discesa.

In vetta panorama splendido (splendida giornata), ma triste ritrovamento: la Croce atterrata, speriamo da eventi naturali (per gli sciagurati che abbattono Croci in montagna, è stata da poco aperta una speciale sezione dell’Inferno, con giganteschi demoni membruti, privi di ogni unguento o vaselina).

Speriamo che le prossime ottobrate forniscano manodopera sufficiente a rialzare il coronamento di vetta.

Dislivello 1100, EE, soprattutto per le indicazioni mancanti.

Il pericolo maggiore, comunque, è al ritorno, perdendosi nelle intricatissime vie di Borno, da dove non saremmo usciti indenni se non con l’aiuto di un cortesissimo locale che, precedendoci con la sua automobile, ci ha fatto da guida (mettere, si prega, utilizzando parte dei 4euri, qualche indicazione, sia per chi sale, sia per chi scende da Navertino).

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Distanza totale: 14244 m
Altitudine massima: 2397 m
Altitudine minima: 1331 m
Totale salita: 1188 m
Totale discesa: -1173 m
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