anello di cima Portule (2308m), con GPS

Cima Portule è la vetta più ad Ovest del gruppo dell’Ortigara, e la sua lunga cresta si protende da Nord a Sud-Sud-Est, affiancando l’infausto, per l’armi italiane, altipiano carsico, che digrada verso Sud-Est, offrendo agli austriaci una base di tiro che batteva dal fianco l’intero campo di battaglia, correndo le altre cime (Trentin, Dodici, Undici e Ortigara) da Sud-Ovest a Nord-Est.

All’inizio della guerra questa cima era italiana, assieme a cima Trentin e cima Dodici, tutte sopra i 2300m. Questo terno doveva costituire un baluardo invalicabile per gli Austriaci, anche per la natura impervia dei luoghi. Invece, per l’incuria dei Comandi, non furono fortificate, se non per una caverna cannoniera, che visiteremo, a bocchetta Portule, assolutamente non in grado di difendersi da un assalto laterale che scendesse da cima Portule, come avvenne. Gli Austriaci, nella Primavera del 1916, durante la Spedizione Punitiva (Strafexpedition), attaccando da Ovest, da cima Vezzena e da cima del Mandriolo, presero dapprima cima Portule, proprio per l’itinerario di salita da noi tenuto, e poi tutte le altre, fino a cima Undici e all’Ortigara, scendendo poi verso Sud, alle vette minori, fino a prendere Asiago, venendo fermati sulla soglia della pianura al Novegno, al Cengio e al Paù, cime di 1300m, ultime prime della piana.

Quando poi, l’anno dopo, si cercò di riconquistare queste vette partendo da Est, cioè dall’Ortigara, gli Austriaci le avevano coperte di reticolati e postazioni di mitragliatrici ed artiglieria, cosicché vi perdemmo 25.000 uomini, quasi tutti Alpini, in 20 giorni di combattimento, ritirandoci con le pive nel sacco.

L’itinerario da noi seguito, in verso orario, può essere percorso anche al contrario. Noi abbiamo preferito la salita brusca all’inizio, ed il ritorno più dolce. Dal passo Vezzena, cui siamo giunti da Folgaria (vedi percorso), si prosegue per circa 10km verso Asiago, lungo la val d’Assa. Dopo 5 km si passa davanti all’Antica Osteria del Termine, prima sede del comando italiano, poi visitata da Cecco Beppe e dal nipote Carlo, una volta conquistato anche il sovrastante monte Verena, a Sud della valle.

Dopo altri 5km, si gira a sn, salendo per bella strada asfaltata, seguendo le indicazioni per il rif.Larici. Dopo alcuni tornanti, a 1600m si devia a dx per malga Larici di Sotto, dove si giunge immediatamente e dove si può parcheggiare (si può proseguire ancora per 500m e poi fermarsi al divieto).

Da qui (1630m) si prende una bella strada militate austriaca (Erzherzog Eugen Strasse), costruita da 1300 genieri austriaci in 31 giorni, dopo la presa di bocchetta Portule, in direzione, appunto, bocchetta Portule. La strada si inoltra dapprima nella val Renzola, per poi ritornare dall’altra parte verso la bocchetta. Giunti, però, al fondo della valle, dove la via torna all’indietro, si trova sulla sn un sentiero non indicato se non da un anonimo ometto, che sale decisamente per il pendio, fino alla Porta Renzola, a 1949m. Poco prima della Porta, si interseca il sentiero di cresta che, verso Ovest sale alla vicina cima Larici e poi al Mandriolo, fino a cima Vezzena (via dalla quale provennero le Sturmtruppen all’assalto del Portule).

Da Porta Renzola si inizia a salire per un bel sentiero, largo e sicuro, che conduce alla vetta, prima di cima Kempel (una semplice anticima a 2295m) e poi, girando a dx per una cresta sempre più comoda e larga, fina alla vetta di cima Portule (2308m).

Verso Sud Ovest vediamo il triangolo roccioso di monte Verena, che doveva sbarrare il passaggio in val d’Assa. Sulla cima sorgeva un forte da cui fu sparata la prima cannonata della guerra, il 24 Maggio 2015, Per 16 giorni dal forte i pezzi da 149 tuonarono sui sottostanti Forte Verle e Forte Spitz Verle, fino a chè, il 10 Giugno 2015, un 305 austriaco che sparava da Levico, guidato dagli osservatori dello Spitz Verle (cima Vezzena), centrava in pieno la Santa Barbara e riduceva il forte in rottami. 

Anche questa cima cadeva poi in mano austriache (regio-imperiali), durante la Strafexpedition.

Verso Nord-Est si susseguono cima Trentin, cima Dodici e poi, più in basso, a dx, cima Undici, l’Ortigara e cima della Caldiera, che rimase in mani italiane e da cui parti poi l’infausto nostro attacco, nel 2017.

Particolarmente impressionante è poi il digradante verso Sud altipiano carsico, tutto doline e piccole alture, per il quale dovevano attaccare i nostri, sotto il fuoco delle artiglierie nemiche che li vedevano perfettamente dall’alto.

In lontananza vediamo poi l’intero cerchio alpino e, verso Est, le vette dolomitiche. 

Noi, ammirato il panorama, scendiamo per la comoda cresta, per il sentiero ben indicato, fino a raggiungere, con un’ultima curva verso destra, la bocchetta Portule, a 1937m. Visitiamo qui la galleria cannoniera, scavata dai nostri ed utilizzata dagli austriaci come centro logistico per il rifornimento di tutta la zona Ortigara. Le finestre cannoniere, non più buone come tali, perchè guardavano verso le loro basi, vennero utilizzate come arrivo di teleferiche, al sicuro dal fuoco italiano. Nella galleria, inoltre, vennero costruite vasche per l’acqua potabile che vi veniva pompata dalla val Renzola e distribuita ai soldati, visto che su quei monti non ce n’è per nulla.

Il ritorno all’ovile avviene poi per la strada del principe Eugenio, quasi tutta in discesa, salvo un breve tratto in contropendenza.

A malga Larici di Sotto vi forniscono, a richiesta e dietro la consegna di semplici fogli di carta, prodotti locali quali formaggio, burro e sopressa.

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Distanza totale: 14744 m
Altitudine massima: 2295 m
Altitudine minima: 1635 m
Totale salita: 776 m
Totale discesa: -785 m
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