Hohe Scheibe (2563m), con GPS

La val Sarentino (Sarntal) è uno dei luoghi più incantevoli del Sud Tirolo, giusto a Nord di Bolzano, a destra (orografica) dell’Isarco, dove i monti sono silicei, mentre sulla sinistra dell’Isarco (Est) sono dolomitici e calcarei.

E’ percorsa dal torrente Talvera e termina al passo di Pennes.  A metà valle, al paese di Campolasta, si stacca sulla ds (sn orog.) la splendida convalle del torrente Valdurna, che termina all’omonimo paesino ed allo splendido lago di Valdurna.

Di questi luoghi, da me specialmente frequentati, ho già salito e documentato quattro cime, la Tellerjoch Spitze, la Radelspitze (cima Rodella), il Sarner Weisshorn (Corno Bianco di Pennes) e la Tatschspitze (Montaccio di Pennes).

Tutto questo lungo preambolo solo per dirvi che la quinta è andata buca. 

La Hohe Scheibe (Alto Bersaglio) è un monte ben visibile da tutte le altre cime per una curiosa particolarità: sulla vetta, spianata, è costruita una strana struttura triangolare, simile ad una chiesa o cappella, che però serve solo da protezione a tutta una serie di antenne che vi sono state allocate.

Avevamo deciso di salirvi, anche perché il percorso non è molto lungo (1050m) e viene descritto come facile, benché presenti qualche punto esposto.

Purtroppo, a meno di 200metri dalla vetta, un malore che ha colpito il mio occasionale compagno (nulla di grave, o lontanamente paragonabile a quanto accaduto al povero Laio, le cui disavventure potreste leggere proprio qui sotto), ci ha costretti ad un rientro anticipato.

Forse il gran caldo della giornata di ferragosto, forse le eccessive cure ricostituenti proprie dei luoghi, a base di estratti e distillati di erbe e frutti boschivi, grappette, birre, insaccati, bolliti o stufati, tutti prodotti della farmacopea contadina… resta il fatto che ad una certa età i malori che restano da sopportare sono piuttosto pochi ed è meglio eccedere in prudenza. Proprio là dove il sentiero comincia a divenir più impegnativo per l’ultimo tratto di cresta, siamo dovuti tornare, con anche l’inconveniente del peso aggiuntivo delle famose pive.

Comunque posto quel poco che abbiamo documentato del percorso.

Giunti a mezzo km dal paese e dal lago di Valdurna, uno sciagurato cartello di divieto proibisce l’accesso tra le 7,00 e le 19,00. Subito a sn si offre un parcheggio (4 euro).

Si prosegue fino al lago ed ancora per altri 600m lo si costeggia, fino ad un bivio, dove l’indicazione Hohe Scheibe e Seebalm ci fa proseguire diritti per strada asfaltata.

La Seebalm è un posto di ristoro, a 1800m, dove si sale anche per strada sterrata, che parte dal paese, dietro la chiesetta. Torneremo per quella.

La strada asfaltata prosegue per un altro km, poi gira a dx. Ma dal tornante prosegue un viottolo sterrato che man mano va aumentando in pendenza. Ad un tratto si trova una deviazione a sn (solo una scorciatoia) che porta più ripidamente alla Seebalm, un’ampia costruzione, con tavoli ed ombrelloni, che dà ricetto a chi si accontenta di una passeggiata in ambiente alpino.

Dallo spiazzo di fronte alla costruzione si stacca, sulla sn, il sentiero per la Marburger Hütte  (oggi Flaggerschartenhütte), un rifugio che sorge al termine della valle, presso il laghetto di Vallaga.

Il sentiero sale tra i pini, e, verso i 1900m, troviamo la deviazione a sn per la Hohe Scheibe. Saliamo tra i mughi, prima verso dx, poi giriamo decisamente a sn e saliamo ad una selletta tra la Hohe Scheibe e il Teufentaler spitz (Cima della Capra), a 2300m. Per la Hohe si gira a dx. Il sentiero è sicuro e piuttosto dolce per circa 700m, guadagnando un centinaio di metri di altitudine. Qui inizia a salire più decisamente, e presenta alcuni brevi tratti esposti. Purtroppo è proprio qui che siamo dovuti tornare a valle.

Alla Seebalm abbiamo preso la strada sterrata, fino al paese di Valdurna, dove abbiamo visitato la chiesetta di S.Nicola, che presenta notevoli affreschi.

Distanza totale: 14410 m
Altitudine massima: 2374 m
Altitudine minima: 1535 m
Totale salita: 866 m
Totale discesa: -841 m
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