pizzo Zerna (2572m), dalla val Sambuzza, con GPS

La val Sambuzza è una convalle destra (orog.) di quel ramo della val Brembana che, dopo Branzi, gira verso Est e sale al lago di Fregabolgia ed al rif.Calvi. Precisamente, è la prima convalle a sn, salendo. La valle è ricca di monti e di laghi, ed anche meno frequentata delle località vicine.

Giunti a Carona si prende la strada che sale a sn dopo il cimitero e che si porta, dopo un primo tornante destrorso, a quello che immette nella strada carrabile che porta al Calvi. Qui si può parcheggiare (1250m) utilizzando un biglietto gratta e vinci che si compra per due euro ai bar del paese (grattando, vinci il parcheggio). Imboccata la carrabile (anche con l’aiuto di una jeep navetta), superate la vicina e tradizionale frazione di Pagliari, salite fino alle cascate, superate due tornanti e giungete alla località Dosso (bell’edificio con curiosa fontanella), 1475m. Qui, a sn e in senso inverso, parte il sentiero per la valle, ben indicato. Seguendolo pazientemente si giunge dapprima in località Baitone della val Sambuzza (1700m), una vecchia malga, poi alla baita Vecchia (1850m), dove si diparte a sn il sentiero che porta sia al monte Chierico (che sorge proprio davanti a voi), sia al rif.Terre Rosse, sia al passo Croce, sotto il Corno Stella.

Noi proseguiamo a dx ed arriviamo alla baita Arale (1950m), preceduta da una grande spianata acquitrinosa, a metà della quale, guardando versa dx, si vedono gli ometti che portano al Pes Gerna, senza alcuna altra indicazione. Dopo l‘Arale, con pochi tornanti, si giunge alla baita del Lago, presso il Lago di val Sambuzza (2080m). Qui troviamo una fontanella (comunque c’è acqua dappertutto). 

Dietro la baita parte una mulattiera che sale fino al biv.Pedrinelli, appena sotto il passo di Publino. Duecento metri dopo la baita troviamo una deviazione a sn per i quattro laghetti di Caldirolo (sent.209a), da cui scenderemo al ritorno. Infatti ritroveremo questo sentiero poco prima del bivacco.

Il bivacco, contrariamente ad ogni tradizione orobica, è aperto a tutti, ma privo di ogni genere di conforto materiale e morale: un tavolo ed un grande castello attrezzato a letto, ma niente fornelli o stufe.

Giunti al passo di Publino, ci si rende conto che da lì non si scende, perchè dall’altra parte ci sono solo rocce precipiti.

Il vero passo è più sopra, sulla dx (2368m), e lo si raggiunge per comoda e larga traccia. Il sentiero per il Corno Zerna prosegue diritto per il crinale. E’ un bel sentiero, con scarsa esposizione, che porta senza problemi fin sotto la vetta, dove supera gli ultimi 30 metri arrampicandosi tra facili roccette, sempre ben gradinato.

L’esposizione è scarsa, perché il versante che scende sulla dx non ha eccessiva pendenza, cosicché dà sempre la speranza che, cadendo, ci si possa afferrare coi denti a qualche ciuffo erboso.

Solo al termine, per gli ultimi 4-5 metri, si biforca, ma da entrambe le parti è terroso e scivoloso. In discesa, o lo si affronta di corsa, o si appoggiano i palmi sulle rocce ai lati, che non mancano. Comunque non è difficile.

Bel panorama in vetta, col lago di Publino sottostante.

Al ritorno prendiamo per il 209a (laghetti di Caldirolo). Qui, causa di una franetta, troviamo un passaggio più impegnativo della salita alla vetta, ma, se siamo qui a raccontarla, non doveva essere troppo difficile, per cui non lasciatevi spaventare, che ci passavano tutti.

Mangiato ai laghetti, scendiamo al Lago di Val Sambuzza, e poi fino a Carona per dove siamo venuti.

 

 

 

Distanza totale: 17866 m
Altitudine massima: 2570 m
Altitudine minima: 1269 m
Totale salita: 1324 m
Totale discesa: -1337 m
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