al passo delle Sette Crocette attraverso le Colombine (2214m) , con GPS

Questo è un percorso per tutti, anche se il cartello in partenza lo proclama per Escursionisti Esperti (nulla a che fare con lo spigolo Nord del Dosso Alto). L’idea è di andare al Passo delle Sette Crocette (misterioso luogo, che forse ricorda storici eccidi), attraverso la Variante Alta del Sentiero 3V, e tornare dalla Variante Bassa. Deviazione prevista per visitare il biv.Grazzini. Pensavo di andarci all’andata, come è logico, ma al momento della deviazione stava piovendo. Così ci sono passato al ritorno.

Le Colombine, il più alto monte della Valle Trompia, sono una serie di quattro alture più il monte Colombine (2214m), poste lungo una cresta che va dal m.te Dasdana alla goletta di Clusona, spartiacque Nord tra valle Trompia e val Camonica. Il passo d.Sette Crocette divide il gruppo delle Colombine dal m.te Crestoso (2208m).

Si sale per strada del Maniva – Croce Domini, superando il rif.Bonardi, fino al tornante del Casermone, dove parte la Variante Bassa del 3V, che segue una strada sterrata fin oltre la bocchetta di Clusona; da qui si parte normalmente per andare all’eremo di S.Glisente, o, meglio, per l’intero percorso delle 12 Ore, che finisce al Rifugio Pontogna, sotto il Guglielmo.

Poichè torneremo da questa parte, qui potremmo parcheggiare, evitandoci un tratto di strada asfaltata al ritorno (si può salire al m.te Dasdana anche da qui, per un tratturo ben evidente). Quando ci arrivo, sta piovendo, e proseguo per 700m fino al Passo Dasdana (2086m), che si apre tra Colle Dasdanino a dx e monte Dasdana a sn. Sul Dasdanino una immonda costruzione dei nuovi impianti sciistici, che hanno violato un luogo sacro dello scialpinismo bresciano, non vi permette di sbagliare.

Davanti a noi il Dos dei Gai, con i Radar (non sono radar, ma così si chiamano); sotto il laghetto Dasdana; in lontananza il Blumone.

Un escursionista sfortunato sta tornando giù dal Dasdana, fradicio per l’acquazzone appena terminato. Sono le otto del mattino, e imbocco, più fiducioso, le sue tracce. Da qui parte infatti la Variante Alta, ben segnalata.

Si sale per sentiero fino ad un primo sbarramento di roccette, che si supera stando attenti alle storte, e poi si prende un crinale che porta sotto la vetta del m.te Dasdana. La strada prosegue bassa, sulla sn della vetta, ma noi saliamo per la facile cresta fino alla cima. Si scende dall’altra parte, sempre stando in cresta, e si riprende il sentiero verso la Prima Colombina. Salita e discesa, si sale alla Seconda, con caratteristico Traliccio del Triassico superiore. Altra discesa (il sentiero è sempre ben tracciato e sicuro), e si inizia a salire verso il Colombine, intersecando una comoda strada militare che sale da sn, dalla Variante Bassa.

In vetta, bella Croce ed alata lapide, che ricorda i fondatori del CAI di Collio (sottosezione), ricordati per il loro spessore (?!).

Si inizia la discesa, per il sentiero a sn o stando sulla cresta (ci si ritrova più sotto). Giunti in fondo alla discesa, dove il sentiero si spiana, prima della Quarta Colombina (altura inesistente), si trova un incrocio: a dx si scende al biv. Grazzini (ben visibile, 100 m sotto di noi), a sn si scende alla Variante Bassa (passeremo da qui al ritorno, salendo dal Grazzini). In centro si prosegue fino al goletto di Cludona (2031m), dove si ritrova la Variante Bassa. Qui si hanno due alternative: proseguire in cresta (ampio tratturo), per un percorso lievemente più faticoso, ma di più ampio respiro, o stare sulla strada che resta a sn della cresta, senza alti e bassi. Noi abbiamo scelto la strada, conservando la cresta per il ritorno.

Dopo circa 700m, un nuovo incrocio: attenzione. Le Sette Crocette sono indicate malamente per terra e non sul cartello. Bisogna abbandonare la strada (che scende in diagonale) e prendere il sentiero che prosegue diritto, orizzontale, sulla dx. Il sentiero si stringe e attraversa dei declivi piuttosto erti, prima di giungere all’ampia sella dove sorge uno strano altare rettangolare, di pietre vive, con sette belle crocette di ferro (tutte uguali) poste sopra. Le Croci non sono originali (quando ero giovane erano di legno, una diversa dall’altra), ma conservano il fascino del luogo. Forse ricordano lontani eccidi tra montanari.

Tutto intorno, almeno 20 paletti con cartelli segnaletici di varia fattura, sia convergenti, sia divergenti: sembra l’opera di un pazzo. Probabilmente si vuole superare con i paletti (opera indubbiamente laica e progressista) il numero delle Croci (clericali e oscurantiste).

Per il ritorno, scelgo il percorso di cresta, che offre senz’altro panorami migliori. Arrivato al goletto di Cludona, scendo sulla sn per il bivacco Grazzini. Si scende circa per circa 50m, nel bellissimo vallone del Craparo, poi un tratto orizzontale un poco difficoltoso per massi ammonticchiati, infine una bella salita fino sul fondo valle (che nel frattempo è salito più in fretta di voi), con bel ruscello gorgogliante. Il Grazzini è 20 mt più in alto, sulla sn.  Il bivacco è aperto (spingere) e molto ben tenuto, con fornelli, stufe e brande munite di materassi e coperte. Unico neo, la fontanella risulta chiusa, in pieno Agosto (?).

Per il ritorno, tornati al torrente, risaliamo il versante di fronte al Grazzini per bel sentiero a tornanti stretti (7 tornanti completi per 100m di salita), e scendiamo poi dall’altra parte a raggiungere la strada della Variante Bassa. Da qui, tranquillo ritorno al Casermone, sormontati dalle belle rocce strapiombanti del Colombine (da cui cadde il povero Regosa). Ultimi 700m sull’asfalto.

Niente acqua sul percorso, salvo per il torrentello sotto al Grazzini (lo scrivo perché siamo sul siliceo, ed è strano, ma siamo sempre in cresta)

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Distanza totale: 11397 m
Altitudine massima: 2195 m
Altitudine minima: 1955 m
Totale salita: 615 m
Totale discesa: -604 m
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