val d’Inzino, val della Lana e Croce di Marone, con GPS

La Valle d’Inzino è un percorso classico della Valle Trompia, molto bello e conosciuto, che sale da Inzino alla Croce di Marone, cioè al passo che porta al Lago di Iseo. La Val dela Lana, convalle sinistra (orog.) è meno conosciuta, anche perché nel primo tratto erta e nell’ultimo, prima della Casina della Lana, anche un poco esposta (solo due punti, lunghi un passo).

In questo giro ad anello (salita dalla Val della Lana e ritorno per la valle principale), è inserito un tratto quasi sconosciuta ai più, dalla Casina della Lana (910m) al Dosso della Tensone (1280m), per un sentiero pur ancora parzialmente segnato, ma che non appare sulle carte, e che costituisce una direttissima per la vetta del Guglielmo, che percorrevo molto più giovane di adesso.

Infatti, giunti al Dosso d.Tensone, ci si sposta un poco a destra e si sale diritti per prati fino all’attacco della parete della Corna Tiragna. Stando a sn, si sale per un prato molto erto, per una cinquantina di metri, fino a raggiungere il filo di cresta, sulla dx, che si segue poi senza problemi fino alla zona sommitale del monte.

Comunque, bando ai ricordi: si risale la val d’Inzino per strada asfaltata fino all’ultimo bar, dove si può parcheggiare (480m). L’imbocco della valle oggi è difficile perché bloccato da perfidi sensi unici: si prende la strada per Magno e si gira subito a sn.

Una volta parcheggiato, si segue la strada ben segnata, La valle è caratterizzata da continui attraversamenti del torrente Re, su pietroni che sbucano dall’acqua e che si superano con salti o passi lunghi. Vi sono ben sette passaggi fino alla Madonnina dei 7 Re; poi i guadi continuano e ne ho contati ben 13 principali, cioè su acqua corrente, ed altri, non contati, sul torrente ormai minore, nella parte alta della valle (al ritorno).  Subito dopo l’ottavo passaggio, il sentiero si alza sulla sponda sn orog, cioè a dx per chi sale, per un lungo tratto protetto, ultimamente, da lunghe balaustrate di legno (sotto il salto è sempre impressionante). Ma dopo non molto troviamo la deviazione a dx per la Lana: un tempo non la si vedeva, e occorreva conoscerla, perchè l’imbocco del sentiero è mascherato da un roccione che si deve scavalcare. Ora vi è un bel cartello indicatore. Il sentiero è dapprima erto, poi si addolcisce. Quando però gira a dx per entrare nella valle, risulta mediamente esposto (anche se sempre facile), con due passaggi lunghi un passo sul vuoto atmosferico (perciò sconsigliato a chi soffre di vertigini, come me).

Alla fine, a 900m, si raggiunge il fondo della valle dove questa perde pendenza e continua a salire in modo dolce e tranquillo. Qui troviamo i ruderi di un grande edificio, la Casina della Lana. Se si continua per il sentiero segnato si sale fino alla località Colonno, dove si trova la strada che giunge dalla Croce di Marone. Girando invece subito a sn, si sale al Dosso Tensone, accorciando di molto il percorso (vedi traccia GPS).

Si aggira la casa sulla sn, tra i rovi e le ortiche, e si prosegue dietro la casa sul fondo della valletta, per un prato aperto. In fondo al prato si sale a sn alla cieca, trovando dieci metri sopra il sentiero che sale traversando la costa; lo si segue con pazienza, finchè gira a sn e  raggiunge la cresta. Vi sono vecchi bolli rossi che vi guidano. In cresta non si passa per le troppe piante divelte, che però si aggirano facilmente sulla dx. Poi si prende ancora il sentiero segnato che alla fine si perde.

Si sale ancora per il vallone, aperto, e poi si gira a sn puntando alla cresta. Poco sopra si trova il primo roccolo e poi si giunge alla spianata del Dosso ed alla strada che, girando a sn, ci porta alla Croce di Marone, da dove si prende il sentiero della Valle d’Inzino, che ci riporta a casa.

La Croce, un tempo luogo di pace e meditazione, oggi è un grande parcheggio per le macchine che vi salgono da Zone.

Il sentiero di ritorno, purtroppo, nel primo tratto è in pessime condizioni, per le piante cadute negli ultimi anni. Occorre fare attenzione, trovando il passaggio più adatto, fino a raggiungere il fondo valle. Poi si continua per sentiero abbastanza bello, che si segue con pazienza fino alla grande cascata che, vi si apre di colpo davanti e che si supera sulla dx per chi scende, con l’aiuto di corde metalliche, poste artamente nei punti meno pericolosi (anche chi mette le corde ha famiglia…)

Ma con pazienza e sangue freddo si supera anche questo (nei primi due metri di discesa, dove il salto è più alto, manca la corda, che inizia appunto due metri sotto).

Superata la cascata, si segue il percorso fino all’incrocio con la Lana, chiudendo l’anello, e poi fino alla partenza.

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n.b.: la traccia GPS, essendo il percorso chiuso tra alte pareti, risulta parecchio disturbata, specie sul fondo valle della val d’Inzino.

Distanza totale: 14907 m
Altitudine massima: 1277 m
Altitudine minima: 465 m
Totale salita: 906 m
Totale discesa: -910 m
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