valle del Giongo e prati Parini, con GPS

Continuando a soffrire per acciacchi vari agli arti locomotori, perdurando la presenza di neve in montagna anche a quote basse (dopo mille anni di scialpinismo, ho appeso al chiodo sci e ciaspole), scopro questa meravigliosa valletta allo sbocco della Valbrembana. Vi sono stati CristianRiva; PieroWeb; i SassBalocc; Camatta e altri minori, tutti decantando le inenarrabili bellezze che vi si possono incontrare. Poiché le descrizioni del percorso sono piuttosto sommarie, e talora contraddittorie, ci vado anche io, munito di Garmin, coll’intenzione di visitare la valle, salire ai Prati Parini (sembrano, nelle descrizioni, i Monti delle Muse), scendere dall’altra parte, ad anello, e registrare il percorso per i fruitori del sito. Con sorpresa scopro che gli unici che non sanno nulla del tesoro che si nasconde in casa loro sono quelli di Botta e di Sedrina, visto che nessuna indicazione guida l’ignaro escursionista nella visita ai luoghi meravigliosi. In tutto il percorso di salita, si trovano una piccola freccia bianca, illeggibile, dopo circa due km nella valle ed un’altra, dove proprio serve, dove si deve prendere un sentiero abbandonando la strada carrabile, in località Rua Alta. Per il resto si procede a vista. L’udito, invece, non serve, per l’assenza assoluta di altri gitanti, mentre, quando poi li si incontra, nei pressi dei Prati P. (salgono da altri sentieri), quasi tutti ti chiedono informazioni sul percorso, visto che è la prima volta che sono lì.

Portatevi a Botta di Sedrina: superata Villa d’Almè, dopo un ponte, si gira bruscamente a destra e si raggiunge la piazzetta bassa del piccolo borgo, che si arrampica sui colli sovrastanti. Qui non si può parcheggiare, ma, appena più avanti, dopo un ponticello, in comune di Villa d’Almè e non più di Sedrina (fraz.Campana), trovate da lasciare l’automobile.

Tornate sui vostri passi ed imboccate, a dx, la via Giongo. Dopo breve salita, prosegue piana fino ad un tornate, da dove si diparte un sentiero, non indicato, ma che va nella direzione della valle. Quello è il percorso giusto. Proseguite sempre diritti (non scendete mai a dx), per un percorso bucolico-georgico, fino ad incontrare un grande prato e poi una strada carrabile che scende da sn e prosegue sul fondo valle: viene da Mediglio, località di Botta, ma più in alto.

Seguite la strada che supera a guado diversi torrenti (piedi nell’acqua). Ancora più avanti, sul lato dx del torrente (sn orog) si incontra un’altra strada che proviene da dx, scendendo da Bruntino Alta. Prendendo questa strada, dopo breve tratto, si può visitare la Madonnina del Giongo, salendo a sn. Non essendoci alcuna indicazione, io non ci sono andato (l’ho capito dopo, rileggendo PieroWeb). Noi andiamo invece a sn, seguendo il corso della valle.

Ad un certo punto, tornata a sn del torrente, la strada inizia ad inerpicarsi (cartello “strada privata”), e sale con forte pendenza e bei tornanti fino alla località Rua Alta (non indicata, ma presunta leggendo la cartina). Appena prima, una provvidenziale freccia ti indica un sentierino sulla sn, per Prati Parini. Si segue il bel sentiero, fino ad una casetta (Ol Casel del ??omas). Si prosegue sulla sn, fino ad un gran prato, con bella abitazione, che non si raggiunge, perchè si gira a sn e si prosegue per un bel tratto in piano. Si interseca un altro sentiero che sale verso dx (va proprio ai Prati Parini, ma manca ogni indicazione).

Vedendo, comunque, sulla sn il costone aperto a poca distanza, con un bellissimo roccolo, andiamo a sn. Un tratto di sentiero piuttosto stretto e poi una bella pozza, con fontanino annesso. Qui incontriamo parecchia gente, che sale da sn (cartello Botta). Tutti ci chiedono da che parte si va. Anche noi ce lo chiediamo, poi prendiamo a sn, sopra il percorso di discesa, e sbuchiamo su un bel pianoro che porta, verso sn, al grande roccolo-uccellanda. A dx, invece, si sale verso i Prati, come ci dicono alcune indicazioni, un poco più avanti.

I Prati (802m) consistono in una bella costruzione (ex roccolo), trasformata in agriturismo, con panchine, giochi per bimbi, barbeque ecc. Seguono grandi prati, con svariati roccoli. Qui, finalmente, si incontra una palina con quattro o cinque frecce con indicazioni varie di località ignote (sembra che la notorietà del luogo sia dovuta, per l’appunto, alla eccezionale rarità del manufatto). Da qui parte anche il sentiero per Sedrina, che pensavo di prendere in discesa fino a Cler; non essendo però indicato, credo sia solo il percorso per una stalla sottostante, e non lo prendo.

Torno invece indietro, fino alla pozza di prima, e scendo dal sentiero dal quale salgono tutti (va sia a Botta, sia a Sedrina). Dopo poco, un incrocio (quadrivio) mi induce a girare a sn e scendere al sottostante Nido dei Falchi, dove un cortese tenutario mi informa che ho sbagliato, ma posso riprendere il sentiero giusto traversando piano verso dx. Ritrovato il percorso, si scende fino ad una pozza, con altri vari svincoli. Qui prendo la strada centrale, in discesa verso dx, che ci riporta a Botta, passando dalla chiesa, tutta di bella pietra, di dietro, e tutta di cemento davanti (??!!). Scendendo si incontrano parecchi abitanti del luogo: Ahmed, Mustafà; Mohammad ecc.). Ci torneremo da vecchi.

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Distanza totale: 11475 m
Altitudine massima: 794 m
Altitudine minima: 300 m
Totale salita: 621 m
Totale discesa: -625 m
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