la Valgoglio o valle del Goglio

la Valgoglio dà il suo nome (o lo riceve) dal centro di Valgoglio (900m). Cade su Gromo da Nord-Ovest, andamento che grossomodo mantiene fino a circa 1800m, dove gira decisamente ad Ovest, infilando ben cinque (o sei) laghi artificiali, che culminano con il lago di Aviasco, a 2070m, sovrastato dal passo di Aviasco (2289m), che la collega con la val Brembana, con la conca dei laghi Gemelli, altrettanto ricca di laghi, e quella del rif. Calvi, pure di laghi costellata.

Oltre al lago di Aviasco abbiamo i laghi Sucotto (1854m), Cernello (1958m), Nero (2008m), Campelli Alto e Basso (2046m-2000m), e altri minori sparsi al di sotto e al di sopra. Due rifugi: il Baita Cernello ed il Lago Nero (b.ta Canali), oltre ad un bellissimo bivacco, la capanna Giulia Maria, testimoniano la popolarità della zona.

Tre cime offrono possibilità di ascesa in quota: i monti Pradella (2619m), il Cabianca (2601m) ed il Madonnino (2501m).

Il passo di Aviasco (attraverso la valle dei Frati) ed il passo della Portula (2278m) consentono un giro ad anello nell’alta val Brembana, dove sorge il rif.Calvi (2015m) (possibile fermata intermedia).

Accesso: da Valgoglio si supera il paese e, dopo una curva cieca a destra, si trova un bivio in salita a destra, che porta alla località Bortolotti (1146m). Qui si trova (se siete fortunati) da parcheggiare (nelle righe, o sono multe!), Altrimenti, poco più in basso, privato a pagamento. Da Bortolotti si sale ancora un pezzo per strada asfaltata, fino ad una bella villa, dove si entra nel bosco e si sale, con alterne vicende, per percorso ben segnato, seguendo pressapoco il corso della condotta d’acqua delle dighe, fino ad un grande spiazzo a 1800m circondato da edifici ENEL. Vi sono alternative varie di salita, che troverete da soli, tornando altre volte.

 

1) il giro dei cinque laghi. Questa è la passeggiata di base. Proponiamo il giro antiorario. Giunti allo spiazzo dell’ENEL a 1800m circa (vedi punto precedente), si tiene il percorso di destra, che sale dapprima al sovrastante lago Sucotto e quindi al rifugio e lago Cernello (andando a sinistra, da dove torneremo, si va, invece, direttamente al lago Nero e poi all’Aviasco); al Cernello si gira verso sinistra e si passa dinnanzi al lago, sopra la diga; si prosegue dall’altra parte fino alla costa del monte, dove ci si arrampica sfruttando una lunga scala di cemento. Successivamente si supera un tratto orizzontale sul fianco destro di un vallone secondario, aiutandosi con una corda metallica. Si discende poi sul fondo del vallone, dove si prosegue fino ai laghi Campelli di Sotto e di Sopra, dove si superano le varie dighe ed impianti con giri diversi, ma ben segnalati. Al termine dei Campelli si sbuca sul fondo del lago Nero e ci si inerpica sul versante del monte, verso sinistra, per poi superare un tratto orizzontale che porta alla diga del lago di Aviasco, lato Nord o destro guardando verso il passo omonimo. Giunti al lago, è possibile raggiungere in breve i due laghetti di Aviasco, di cui parliamo al prossimo punto, per non oberarvi di immagini. Per tornare, si attraversa la diga di Aviasco verso Sud, e si costeggia il lago Nero, stavolta andando verso Est. Giunti alla diga del lago Nero, si discende ad un tratto pianeggiante, dove sorge il rif.Lago Nero, dove potrete bere il caffè corretto o altro a scelta . Proseguendo al piano, costeggiando un altro laghetto (lago Canali), si sbuca di fronte al bel bivacco Capanna Giulia Maria, che sorge su un cocuzzolo, a destra. Deviazione facoltativa. Si discende poi fino allo spiazzo di partenza, seguendo a destra e sinistra la condotta di cemento in uscita dal lago. Il giro, anche se risulta piuttosto breve a leggersi, è in realtà abbastanza lungo per giustificare la giornata.

2) i laghetti di Aviasco (2150-2200m circa). Giunti al lago di Aviasco, ci si incammina sulla destra del lago, verso il passo di Aviasco. Il sentiero, dopo pochi metri, inizia a salire per superare un costone roccioso. Giunti alla sommità, il sentiero inizia a scendere. Proprio allora si deve girare a destra e continuare a salire, seguendo il segno “Cabianca” (quella è infatti la via di salita per quella vetta). Dopo poco il sentiero attraversa in piano verso sinistra e inizia a salire più dolcemente fino al primo laghetto. Lo si supera sulla sinistra e si sale al secondo (prima del lago, bella sorgente). Molto belli e pittoreschi, li si visita normalmente o come deviazione di altri percorsi, o salendo al Cabianca.

3) il passo di Aviasco (2289m). Il passo sovrasta ad Ovest il laqo di Aviasco, ed offre possibilità di accesso alla conca dei laghi Gemelli direttamente, e alla conca del rif.Calvi attraverso la valle dei Frati. Permette inoltre di salire alla cima dei Frati (2502m) che lo sovrasta da Nord ed al monte Pradella, a Sud, scavalcando la catena montuosa ad Ovest della cima e salendo dal percorso proveniente dal lago Gelato. Sempre verso Sud, vi è anche un collegamento per sentiero segnato al passo di Valsanguigno Nord. Dal lago di Aviasco il percorso è evidente: si costeggia il lato destro (sin.orog.), fino in fondo al lago, dove sorge la baita di Aviasco (2080m), e poi si sale con un diagonale diretto fino al passo.

4) sul monte Pradella (2619m). Cima imponente, che sovrasta il lago di Aviasco, ma è visibile da tutta la media valle. Di grande soddisfazione escursionistica. Abbiamo già visto la via di salita per la cresta Ovest, dalla Valsanguigno. Dalla cresta Est si sale partendo dal lago Nero di Valgoglio (arrivati al grande spiazzo ENEL, si prende a destra e si sale parallelamente alla condotta). Alla diga del lago, si prende verso sinistra il sentiero per il rif.Gianpace, che transita sopra una lungo condotta di cemento, fino alla base del Pradella, dove cade da destra un valloncello. Qui giunti, si scende dal condotto e si sale per il vallone (sentiero segnato) e si affronta poi il versante Nord-Est del monte, fino ad una bella spalla, che dà sulla conca del lago Gelt, sotto la, parete Nord del pizzo Salina (possibile discesa). Alla spalla si prosegue verso destra, puntando alla, vetta, stando sul versante Sud. Si sale precipitosamente per un sentierino un poco franoso, aiutato da qualche tratto di cavo metallico. Poi un traversone orizzontale su di un prato sospeso (cavo metallico), fino ad un goletto, sovrastato da un torrione roccioso attrezzato che va affrontato in verticale, sbucando così sulla vetta. Bellissimo panorama.

5) sul monte Cabianca (2601m). Arrivati al lago di Aviasco, passando dal lago Nero, si prende il sentiero per il passo, ma si gira subito a destra, raggiungendo i due laghetti di Aviasco (itinerario.2), oltre i quali si inizia a salire prima nel canale detritico, poi, verso destra, per una sponda erbosa. Giunti contro le rocce sovrastanti, si gira a destra e si entra in un valloncello, superato il quale si riinizia a salire in diagonale destra, fino a sbucare in una grande conca detritica. La si risale verso sinistra (qui si incontra una deviazione a sn per la cima dei Frati) fino a portarsi alla cresta sovrastante, da dove di inizia a vedere il lago Fregabolgia, nella conca del rif.Calvi (alto Brembo). Si gira a destra, si attraversa la fronte della conca detritica e si inizia a salire su di una spalla rocciosa, che porta nei pressi della vetta, dove giunge da sinistra un canalone, guardando nel quale, si ammira il laghetto del Cabianca. Si raggiunge la vetta da destra su aperta erta detritica. Dalla vetta è possibile continuare per la cresta verso Est, per poi discendere al rif.Calvi, per percorso un tanto esposto.

6) sul monte Madonnino (2501m). Si sale a questo monte sia dalla cresta Sud-Est che descriviamo ora, sia dal versante Nord, dal passo della Portula, di cui parleremo più avanti. Si sale al lago Cernello (perc.1), e qui si gira a destra, verso il passo della Portula (indicato). Si continua in salita sul versante erboso ed aperto per un tratto, fino a portarsi sotto la cresta alla nostra destra, (Costa di Agnone) cui si sale in occasione di un rilievo evidente, con uno zig-zag un poco franoso. Qui si affronta un tratto di cresta rocciosa, piuttosto sottile, ma piana e ben solida, fin sotto il versante Sud-Est, dove si sale per un breve tratto piuttosto erto, ma ben sentierato, alla sommità del quale si incontra e si lascia sulla destra il sentiero per la Portula, mentre per il Madonnino si continua a salire su di un versante meno ripido, ma costeggiato sulla destra da orridi precipizi, da non guardarsi. La vetta si attinge da destra, e qui vi attende la bella Madonnina che dà il nome alla cima. Per gli alpinisti, dalla vetta continua un sentiero che conduce fino al Cabianca, tutto per creste perigliose.