la valle di Valcanale

la valle di Valcanale ( o, più concisamente, la Valcanale) scende con direzione Est-Ovest da Valcanale (987m) frazione di Ardesio, fino al ponte delle Seghe (572m), costellata di piccoli borghi.

A Sud la valle è limitata dal gruppo dell’Arera, con la catena, da Ovest ad Est, di Arera, Valmora, Fop e monte Secco; a Nord dal monte Campagano (2053), dal passo Zulino (1760) e dalle propaggini orientali del Campagano (monti Zulino e Zanetti), che la dividono dalla Valsanguigno; ad Ovest da una cerchia che parte dal passo del Branchino (1821), a Sud-Ovest, salendo al Corno Branchino (2029m), al passo della Marogella (1873m) e poi monte delle Galline (2131m), cima Giovanni Paolo II o Mezzeno Orientale (2320m), passo dei laghi Gemelli (2139m), cima Camilla o Mezzeno Occidentale (2300m) e monte Corte (2493m).

In questa valle si ha la separazione tra rocce calcaree, a Sud, e rocce silicee a Nord, separazione che avviene al passo della Marogella.

Al di sopra (Ovest) di Valcanale, la valle si apre a ventaglio e si divide in quattro settori distinti, con distinte caratteristiche:

  • a Sud, sotto le pareti dell’Arera, una conca occupata da impianti sciistici ora abbandonati, che dà accesso ai passi di Corna Piana (2130m), tra Arera e Corna Piana, alla forcola di Valmora (1996m), tra Arera a cima Valmora, ed al passo del Re, tra le propaggini di cima Valmora e quelle di cima del Fop.
  • a Sud-Ovest una valletta sale al lago e passo del Branchino, che permette di raggiungere il rif.Capanna 2000 attraverso il sentiero dei Fiori.
  • A Nord Ovest sale il vallone dell’Alpe Corte fino al passo dei laghi Gemelli.
  • A Nord, il monte Campagano e la grande conca, dietro il monte Campagano, ricca di laghetti, che sale fino alla cresta Est del monte Corte (questa conca, geograficamente, fa parte della val Sanguigno, ma è più facilmente accessibile da quella di Valcanale).

Del primo e del secondo settore non ho molto da dire; della conca sotto l’Arera, benché sicuramente interessante, ma rivolta a Nord, e quindi poco frequentata dal Sole, ho esperienza solo per una tentata salita al passo del Re, interrotta nel bel mezzo da un improvvido acquazzone; per quanto riguarda il passo del Branchino, vi sono salito un giorno con le ciaspole, e poi ho sempre evitato questo percorso troppo domestico e frequentato. Giudico invece splendidi gli alti due, che ho percorso più volte ed in diverse stagioni dell’anno.

Accesso: si sale a Valcanale da una bella strada che si prende appena prima di Ponte Seghe di Ardesio; arrivati al paese, si prosegue per un altro chilometro circa, fino a ché la strada volta a sinistra per superare un ponticellio, sbarrato e proibito al traffico. Qui ci si ferma. Proseguendo lungo la strada si giunge ad un grande edificio, base degli impianti sciistici. Se invece si prende la mulattiera che sale a destra (inizio del sentiero delle Orobie), si sale al rifugio dell’Alpe Corte (1410m), che è base di partenza per gli altri tre settori in cui abbiamo suddiviso la valle.

Att.ne. La mulattiera per il rifugio, normalmente elementare, presenta in inverno una vera e propria trappola: un tratto erto di una trentina di metri completamente ricoperto di ghiaccio: senza ramponi o ramponcelli o ciaspole è un vero pericolo. Si può superare salendo sul muretto a sinistra, e poi per un sentierino sempre a sinistra, che aggira nel bosco.

 

A – Conca dell’Arera

1) passo del Re (1997m).  Dal parcheggio si sale per strada fino al grande edificio abbandonato. Qui si prosegue,  risalendo grosso modo quelle che erano le piste da sci, arrivando alla baita Vaghetto Bassa (1425m). Qui, sulla destra si prosegue per le piste, mentre a sn (sud-ovest), si raggiunge la baita Vaghetto Alta (1446 m), presso un laghetto. Poco prima, sulla sinistra, si diparte un sentiero che sale al Pizzo del Verem (1619m), un bel poggio sopra Valcanale e sotto le pareti a perpendicolo del monte Fop. Noi proseguiamo verso Sud-Est, puntando alla base delle pareti della Cima di Valmora. Si inizia a risalire il pendio attraversando i ghiaioni, faticosi, fino ad un lungo traversone veros sinistra, che conduce infine al ripido canalino (Escursionisti Esperti) che termina al passo del Re. Rigettati a valle da un improvviso acquazzone, ci ripariamo sotto il portico di Vaghetto Bassa, da dove poi saliamo a destra, a baita Piazza Bassa e Alta e un tratto verso Corna Piana.

B) passo Branchino

2) lago e passo Branchino (1784m-1821m). Salita con ciaspole. Si sale per la mulattiera del rifugio Alpe Corte (attenti al ghiaccio sul percorso). Poco prima del rifugio, una deviazione a sinistra indica per il passo Branchino. Non la conosco. Si può salire al rifugio e proseguire, trovando un’altra indicazione quasi subito dopo, sempre a sinistra, che porta ad attraversare il torrente approfittando di vecchi impianti idraulici. Poi il percorso prosegue, con anche possibili varianti, per varie malghe e baite (baita del Neel), fino al rifugio-bivacco del Branchino, seguito dal laghetto e dal passo. Al ritorno, nei pressi di una baita, abbiamo preso un sentiero indicato che, girando a dx, ci ha portato, in modo un poco avventuroso, per la neve, dal percorso del Branchino alla conca degli impianti (baite Piazza di Mezzo, Alta e Bassa), da dove si rientra direttamente al parcheggio.

C) passo dei Laghi Gemelli

3) passo dei laghi Gemelli e cima Giovanni Paolo II (2139m-2320m). Bella e frequentata escursione, adatta anche a sci e ciaspole, con attenzione alle slavine. Superato il rifugio Alpe Corte, ci si lascia sulla sinistra la deviazione per il Branchino e si prosegue prima diritti, poi girando a destra, decisamente a Nord, fino ad un ponticello, che supera il torrente. Il sentiero prosegue lungo il torrente (proseguendo diritti si sale al passo Marogella), fino a dove questo cade con maggior pendenza, e gira verso sinistra, innalzandosi verso un passaggio a sinistra della balconata di rocce (possibilità di scorciatoie dirette). Superato il passaggio, che ha alla sua sinistra la dirupata parete di cima delle Galline, (talora presenza di ghiaccio), ci si innalza 50 m fino ad un bel pianoro, anticipato dai due edifici della baita Corte di Mezzo (1669m) (la Corte Bassa è presso il rifugio). Il sentiero prosegue sulla sinistra, salendo in diagonale, fino ad aggirare un costone, risalire un valloncello, per poi rigirare verso destra e portarsi, con un traversone, ad un altro passaggio stretto, che porta alla baita Corte Alta (1885m). Qui si gira verso sn, ci si innalza in modo deciso per un centinaio di metri, fino ad entrare nella parte superiore del vallone, che, in modo più dolce, porta fino al passo. Bella vista sui due laghi Gemelli e sul rifugio omonimo. A sinistra si innalza cima Giovanni Paolo II (già cima di Mezzeno Occidentale), raggiungibile con facilità, dapprima per il,versante, poi per una breve cresta verso sinistra.

3a) salita alla baita Corte Alta, con neve e slavine. Arrivati alla baita Alta, le condizioni della neve ed il caldo eccessivo consigliano un rapido rientro. Ma la slavina è più rapida di noi, e ci precede sulla via del ritorno (fortunatamente…)

4) dal p.so di Marogella a cima Giovanni Paolo II (1873m-2320m), con rientro dal p.so dei Laghi Gemelli. Percorso splendido. Si supera il rif.Alpe Corte, tralasciano a sn la via per il Branchino, e si giunge al ponticello. Lo si attraversa, ma, invece di girare a destra per seguire il torrente, si prosegue diritti (cartello), per sentiero indicato, verso il sovrastante passo della Marogella. Il sentiero sale senza particolari difficoltà, zigzagando per la costa, fino a giungere al passo, oltre il quale troviamo il sentiero di discesa a Mezzeno, in val Brembana. Giriamo a destra e proseguiamo per cresta, sempre larga ed invitante, salendo verso monte delle Galline (2131m). Giunti sotto le balze rocciose, lo si aggira sulla sinistra (attenzione, con neve: portare ramponcelli), fino a giungere nuovamente in cresta, dopo la vetta, che si può raggiungere senza difficoltà tornando all’indietro. Ritornati in cresta (vertiginosi canaloni sulle baite della Corte Alta), si prosegue verso cima Giovanni Paolo II, che si raggiunge, salendo da sinistra. Si discende poi al passo dei Laghi Gemelli, con ritorno per il percorso precedente.

5) nella conca dell’Alpe Corte. Sopra la baita Corte Alta, in direzione Nord-Est, a destra rispetto al percorso per il passo dei Laghi Gemelli, si apre una grande conca che sale fin sotto le rocce a strapiombo del monte Corte, dai colori bruno-giallo-verdastri. Non porta da alcuna parte, se non in un ambiente selvaggio e affascinante, alla ricerca di fiori e selvaggina. Dalla baita si scende verso destra, si attraversa il torrente e si cerca la via di salita più opportuna, per tracce, salendo dapprima in centro, poi verso destra. Si arriva fino a quando la pendenza vi ributta indietro (2300m circa).

6) cima Camilla con traccia GPS (2200m circa), o di Mezzeno Orientale. Bellissima cima, vista da Sud, salendo al passo dei laghi Gemelli, risulta piuttosto facile da salire. Dal passo si gira verso destra, seguendo un sentiero segnato con segni ed ometti. Si entra in un ambiente bellissimo, con ampie conche granitiche, fino ai piedi della cima. Qui la si aggira a sinistra, fino a trovare una deviazione che scende a sn, con indicazione Pizzo Farno, che conduce al passo di Valsanguigno Ovest. Si prosegue invece, salendo a destra, per il sentiero che porta al monte Corte, che noi oggi evitiamo (forse anche domani, perché è difficile). Appena giunti sulla cresta, che divide cima Camilla dal monte Corte, si gira all’indietro e si sale fin quasi alla rocciosa vetta, dove ci attendono alcuni metri che abbisognano dell’uso di mani, ma senza particolari difficoltà.

D- monte Campagano

7) traversata del monte Campagano (2049m) dal passo dello Zulino (1760m) alla bocchetta di Campagano (1950m). Il monte Campagano è una lunga dorsale grossomodo da Est ad Ovest, con il passo Zulino ad Est ed una bocchetta ad Ovest. Il sentiero per il passo Zulino si può prendere sia dal parcheggio per l’Alpe Corte (dopo Valcanale, al blocco della strada), sia qualche centinaio di metri prima. I due percorsi, comunque, si incontrano dopo poco. Al parcheggio, dove parte il sentiero segnato per il rifugio, un sentiero se ne va verso destra, ritornando indietro parallelamente alla strada. Prosegue in piano per circa 200m, poi inizia a salire, fino ad incontrare l’altro sentiero, che parte più in basso, sulla strada. Da lì, sale con bei tornanti fino ad incontrare una deviazione (cartello) sulla sinistra, che porta al rif.Alpe Corte. Proseguendo invece diritti, piega verso destra e perde pendenza, fino a giungere alla malga Zulino Bassa (1441m). Continuando verso destra si arriva ad un laghetto, dopo il quale si riprende a salire, girando a sn. Nei pressi di una pozza, un’altra deviazione a sn. porta alla baita Campagano Basso, da cui potremo passare al ritorno. Andando invece verso dx giungiamo quasi subito alla baita Zulino di Mezzo, dove, girando un poco a sn, prendiamo l’ultimo tratto di sentiero che sale al passo, dove sorge la baita Zulino Alta. Qui si prende la cresta (sinistra) e si sale per sentiero su un primo contrafforte, dove il percorso perde pendenza e prosegue per cresta, in un primo tratto ostacolato dai mughi che hanno invaso il sentiero. Poi si allarga nella parte finale, su una vetta che pare un campo di calcio. Dalla vetta, piegando a dx (Nord), si scende per un sentierino ripido ed esposto, ma facile, per una cinquantina di metri, fino alla bocchetta del Campagano, dove, un poco più avanti, troviamo le malghe di Campagano Alto (bel cartello commemorativo della ricostruzione). Scendendo dalla bocchetta si raggiunge una bella conca (ruderi del pastore) e poi, più in basso, la baita di Campagano di Mezzo (1669m). Qui si aprono due possibilità: verso destra parte un traversone non segnato, ma ben percorribile, che, aggirando il costone, conduce ad un grande roccolo, dalla struttura avveniristica, da dove si scende all’Alpe Corte per sentierino (prima del roccolo, direzione a dx). Andando invece a sinistra, si scende alla baita Campagano Basso, da dove, andando a sn si torna allo Zulino di Mezzo, mentre a dx prima si scende e poi si risale al roccolo di cui sopra.

8) la grande conca del Campagano. Dietro il monte Campagano, salendo dalla bocchetta verso Nord, si apre una grande conca rocciosa, che sale verso sinistra, culminando a quota 2400, e che è limitata sulla sinistra da una caduta verticale sulla valle dell’Alpe Corte (vedi percorso 5), mentre sulla destra presenta uno splendido laghetto doppio (2120m). Questa conca è la parte terminale di una valletta che sale dalla val Sanguigno (vi si può anche scendere, partendo dalle baite), ma è più facilmente accessibile da Valcanale. Si tratta di uno dei luoghi più splendidi ed incontaminati che abbia visto, cosparso di laghetti e frequentato da numerosi selvatici. Dal cartello sopra la baita Campagano Alta, si prosegue in salita fino allo sperone roccioso, che può essere superato con facilità per una traccia segnata, oppure aggirandolo sulla sinistra, dove sale una valletta ombrosa. Più in alto si prosegue a senso, tenedo conto che il lago sta sulla destra, piuttosto in basso, mentre la conca sale con pendenza a sn, culminando sotto quota 2400 (raggiungibile), con un gran salto verso Alpe Corte.

9) quota 2400 conca Campagano. Saliti al culmine della conca del Campagano (percorso precedente), la via alla quota sovrastante sembra preclusa da uno sperone repulsivo: invece, basta salire alcuni metri ed aggirare lo sperone sulla sinistra, seguendo un diagonale evidente, per trovare una valletta parallela, appena appena esposta all’inizio (erba!), che, in poco più di dieci metri, riporta in cresta, dove si sale con facilità, per percorso libero, fino alla vetta. Da qui, alcuni facinorosi, affrontano la salita al monte Corte dalla cresta Est: li guardiamo con invidia.

10) da Zulino alla baita Campagano Alto. Segnalo un bel sentiero che dal passo dello Zulino porta alle baite di Campagano Alto, passando sotto il monte, dal lato val Sanguigno. E’ un percorso, alternativo a quello sulla cresta, molto bello, in zona selvaggia e ricca di camosci e pernici e, soprattutto, solitario. Al passo dello Zulino si deve scendere 50 metri verso val Sanguigno, fino ad una radura ben evidente. Qui ci si sposta a sinistra, cercando il sentiero, che qui è piuttosto difficile da trovare. Il sentiero si abbassa per una decina di metri, attraversa in piano un canalone e poi si alza fino ad un goletto, dove aggira il costone. Questo è l’unico tratto difficile: poi è tutto bello e ben tracciato, fino ad entrare nel vallone sotto le baite, che si raggiungono dal basso.

11) al Campagano dall’Alpe Corte. Si tratta del percorso inverso a quello indicato al n.7, con qualche avvertenza. Dall’Alpe Corte, il percorso indicato, fa andare fino al ponticello (percorso per i Laghi Gemelli), poi risalire il torrente un tratto sulla destra, quindi girare a sn, salendo in modo disagevole e con varie giravolte, tornando all’indietro. Invece, se, appena prima che il sentiero che va al ponticello giri leggermente verso destra, si sale nel gran prato a destra, in cima al prato si ritrova il sentiero segnato, senza giri inutili. Giunti al roccolo, il sentiero segnato prosegue in discesa, perdendo circa 150 metri di quota, per risalire dall’altra parte del vallone alla baita Campagano Bassa, dove si rigira a sinistra per risalire il vallone. Anche qui, al roccolo, c’è una scorciatoia: si attraversa il prato in diagonale, salendo verso destra, fino a raggiungere il bordo del prato, sul vallone. Si sale per il crinale, a sn, entrando un attimo tra gli alberi, trovando, appena 50metri sopra, il sentiero che attraversa la costa verso destra, andando direttamente alla baita Campagano di Mezzo. Alla baita è facile non veder segni: occorre salire nel’erba dietro la baita e puntare agli ometti sovrastanti. Solo dopo essere saliti, si gira a destra per attraversare il vallone e portarsi a destra del torrente. Poi è tutto ben evidente. Nelle immagini, una salita al goletto di Campagano con neve.

12) cima di Bani (1784m *). Bani è una pittoresca frazione di Ardesio, tra i 1000m e i 1050m di quota, che si raggiunge dalla strada per Valcanale (deviazione a destra salendo). Tra le case corrono stradine in salita, acciottolate, larghe non più di un metro. E’ dominata dalla cima che prende il nome dal paese, preceduta, a quota più bassa, da una grande Croce. La cima di Bani è l’ultima altura sulla catena che dal passo dello Zulino si protende ad Est, dividendo la ValSanguigno dalla ValCanale, che comprende anche monte Zulino e monte Zanetti. Saliti a Bani, parcheggiate a destra, sotto il cimitero. Si sale al paese e si prende una stradina (es. via Cantoni) che si addentra, salendo, tra le case, fino a superarle tutte. Si sale nel prato fino ad incrociare un’altra strada del genere, che viene da oltre la chiesa, e si gira a destra. Il percorso segue un lungo traversone verso destra, attraversa un torrente (prendere la prima a sinistra, continuando la direzione), fino a giungere ad una presa d’acqua (sportello metallico). Qui, tre metri prima, si gira  a sinistra, ed inizia una lunga salita a zig-zag fino alla baita Amici (amici tra di loro, e non del viandante, perché la costruzione è rigorosamente chiusa). Dietro la capanna, il sentiero continua a salire, raggiunge la grande Croce e poi la cresta, dove gira a sinistra, passa sotto, a sinistra, dell’anticima, e sale alla vetta per una cresta piuttosto sottile, specie se fatta con neve (fortunatamente avevo i ramponcelli). Gita breve, per uscite invernali, senza pretese. Senza neve, si può andare fino allo Zulino e rientrare da Valcanale.

  • la quota della carta Kompass è chiaramente sbagliata. e fa forse riferimento alla Croce.