anello al rif.Torre di Pisa (2671m), sul Latemar

Giro ad anello molto bello, e non troppo impegnativo. Con il caldo torrido di Agosto ce n’è già abbastanza, anche per l’assenza di acqua sul percorso. Per i più solerti, è possibile allungarlo, affrontando anche la facile ma lunga ferrata dei Torrioni del Latemar, cui si giunge dalla Forcella dei Camosci prendendo verso Nord.

Purtroppo, per i misantropi, la bellezza dei luoghi è un poco offuscata dalla presenza di una folla di gitanti (proprio come voi, ma molto più fastidiosi…), specialmente nel tratto di discesa dal Rif.Torre di Pisa verso il passo Feudo.

Si può affrontare l’anello sia partendo dal Passo Feudo (2175m), cui si giunge per cabinovia e seggiovia partendo poco a Nord di Predazzo, e procedendo in senso antiorario per il 516-18-22-516, oppure, come fatto da noi, in senso orario, partendo da Obereggen (20 min. da Bolzano Nord, per la val d’Ega); seggiovia fino ad Oberholz (2096m), e quindi per il sent.18 fino alla Forcella dei Camosci (2590m), poi, perdendo una sessantina di metri, col 516 fino al rif.Torre di Pisa (2671m) e quindi discesa per il 516 verso passo Feudo, ma trovando a 2350m la deviazione a dx del 22 che ci riporta poco sopra Oberholz.

Il tratto decisamente più bello del percorso è un vallone quasi orizzontale che va da un goletto (forse Reiterjoch – circa 2500m) fino alla Forcella dei Camosci (Gamsstall-Scharte) (2590m), tra torri, roccioni, trini e merletti.

Pertanto, se dovessi rifare il percorso, rinuncerei al Rifugio, cui da Passo Feudo sale una interminabile fila di gente di ogni risma, età, razza e religione, che si ferma al rifugio nel disperato tentativo di farsi servir qualcosa, e poi ritorna a valle assetata ed affamata, per lo stesso percorso, approfittando del fatto che il 516 è più facile ed abbordabile da tutti, piuttosto del 18, in alcuni tratti stretto ed anche un poco esposto.

Dalla Forcella dei Camosci prenderei il sentiero che, verso sn, prosegue pianeggiante fino alla Forcella dei Campanili (30min), o addirittura, per il sentiero basso, fino al biv.Rigatti (1,30h) (questo sentiero rappresenta il ritorno per chi affronta la via ferrata dei Campanili del Latemar), ritornando a valle per il 18.

I più sciagurati, invece, compiono l’intero anello (via ferrata – biv. Rigattiforcella CamosciTorre di Pisa ecc.), con ricovero finale al neurodeliri di Bolzano (la mia è tutta invidia: questo è il percorso che avrei fatto tre anni fa, prima di scassarmi le ginocchia).

Comunque, bando ai rimpianti: la funivia da Obereggen parte alle 8,30 e chiude alle 18. Da Oberholz (2096m) si prende il sentiero che sale verso sn, fino ad un punto di osservazione (anello di legno), settanta m.sopra.

Nello spiazzetto dietro l’osservatorio parte verso l’alto il sent.18, che prendiamo, mentre da dx arriva il 22, da cui torneremo, mentre a sn il 22 prosegue per Obereggen. Il percorso sale, mediamente verso dx, largo ed erto, ma aiutato da gradini e gradoni, fin sotto le prime rocce. Qui si stringe, gira decisamente verso dx e affronta alcuni salti, intervallati da ampi spiazzi, e valloni frutto di fenomeni carsici. Poi, su sfasciume sale ad un bel goletto (Reiterjoch (passo Reiter)– credo, perché sopra c’è la Reiterjochspitze), a circa 2500m.

Qui si scende brevemente in un lungo e incredibile vallone quasi orizzontale, che corre tra due creste turrite.

Questo è il tratto più bello e suggestivo, che termina con la breve salita (scalinata) alla Forcella dei Camosci (2590m). Qui il panorama si apre sul lato Sud del Latemar. Sopra di noi il Corno d’Ega, alla ns sn il gruppo Torri del Latemar, verso il quale parte un sentiero orizzontale che taglia la costa sfasciumosa.

Per il rif.Torri di Pisa, invece, si va a dx, ma prima si discende una settantina di metri per un sentierino, nel primo tratto un poco scivoloso (sfasciume calcareo). Stando attenti e usando accortamente mani e glutei, si scende senza problemi o pericoli.

In fondo ci attende un tratto desolato, pianeggiante su sfasciume, fino a giungere sotto la cresta sulla quale, verso sn, si vede il rifugio. La cresta risulta già tutta irta di teste di persone ivi accampate, non trovando posto nel piccolo piazzale del rifugio.

Il sentiero sale deciso verso sn, ma, ad un tratto, abbandonando una traccia di fronte a sè, gira a dx e si porta ad un goletto che dà accesso ad un comodo vallone che permette una salita senza esposizione, fino alla cresta.

Qui ci si porta, come si può, fino al rifugio, scansando andanti e tornanti vari.

Poi discesa per un bel sentiero largo a sufficienza per voi e per chi sale, fino al bivio con il 22, verso i 2350m.

In realtà, più sopra (2530m) si incontra, verso dx, un altro sentiero, il 23a, che permetterebbe di accorciare e di scendere in ambiente molto più bello. Ma non è indicato, perché chiuso per frana (lo scopriremo più sotto, all’incrocio). Così proseguiamo per il 516 fino all’incrocio per il 22. Questo riporta all’incrocio sopra Oberholz, con saliscendi vari, e due fontane per mucche, di cui una con acqua fresca.

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n.b.: il profilo altimetrico presenta un picco alla quota più alta, per una ritaratura del Garmin.

Distanza totale: 9594 m
Altitudine massima: 2674 m
Altitudine minima: 2059 m
Totale salita: 818 m
Totale discesa: -765 m
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