il Mortirolo

Il Mortirolo è un’ampia conca che si estende sopra il paese di Monno (1066m), che si centra su un piccolo centro (dis)abitato intorno alla chiesetta di S.Giacomo (1766m), e sul passo del Mortirolo (1896m), che unisce Valcamonica a Valtellina, circondata da cime che superano i 2000m.

A Sud-Est il monte Pagano (2348m), con una grande fortezza della prima guerra mondiale; a Nord.Est del Pagano si estende una torbiera in località Pianaccio; A Nord del Pagano la cima di Grom (2763m), che delimita ad Est la val Varadega, che, sull’altro versante, inizia con cima Resverde (2348m), dalla grande, caratteristica Croce, e termina con il monte Varadega (2634m), raggiunto da una strada militare di particolare bellezza.

A Sud Ovest si ergono le cime Verda (2409m) e Cadì (2449m).

Al Mortirolo si accede da Monno tramite bella strada asfaltata, che raggiunge il passo: qui si divide e, a Nord, scende in Valtellina, mentre verso Sud.Ovest raggiunge in quota il passo di Guspessa, verso l’Aprica. Prima del passo, dopo l’albergo Alto, una deviazione a destra porta al Pianaccio, che dà accesso alla zona dei laghi Seroti, mentre più avanti si può scendere a sn al lago del Mortirolo ed al rifugio Antonioli.

In inverno la zona si presta ad escursioni con sci o ciaspole, con i quali si possono raggiungere molte cime (Pagano, Verda, Cadì ecc.). In questo periodo la strada si ferma al primo tornante dopo Monno, a circa 1200m. Qi si prosegue diritti per la strada vecchia, che sale fino a riincontrare la strada nuova nei pressi del ponte Palù (1600m), oppure offre una deviazione che porta direttamente al rifugio Antonioli.

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Le escursioni documentate sono:

1) ascesa invernale al monte Pagano (2348m): con sci o ciaspole; dal primo tornante dopo Monno (dove si parcheggia) si sale fino al ponte Palù, per la strada vecchia, che al tornante prosegue diritta. Nei pressi del ponte, prima di attraversarlo, parte una mulattiera verso destra. La si segue fino ad un bivio, dove si prende ancora a destra, salendo ed aggirando dall’alto i prati sottostanti. Dopo i prati, altro incrocio ed ancora a destra. Si sale per comoda carrareccia, fino a dove perde pendenza; qui, nei pressi di una malghetta con casina del latte, si abbandona la strada e si sale a destra (seguire le tracce), in diagonale verso destra. Si supera una spalla (casetta) e si prosegue fino a sbucare su di un piano che si attraversa verso destra, fino trovare la strada militare che sale alla vetta (anche con neve la si individua  ugualmente). Si segue la strada fino a quando si porta nei pressi della cresta Sud del monte. Qui si abbandona la strada (che, più sopra, attraversa una pendenza pericolosa) e, tagliando in diagonale destro, si sale sulla cresta (sempre seguire le tracce). Si sale per cresta fino ad una impennata, che si supera salendo e tagliando verso sinistra fino al bordo e girando poi ancora a destra (qui, con neve ghiacciata o dura, può tornar utile una piccozza o/e i ramponi). Poco sopra la pendenza si attenua, e si perviene sotto la facile vetta con ampio giro sinistrorso. Ritorno a piedi per lo stesso, con sci per il canalone che si apre sotto la vetta, prima di giungervi.

2) ascesa estiva al monte Pagano: si parcheggia nei pressi del ponte Palù e si segue lo stesso percorso descritto sopra, salvo che si segue la strada militare fino in vetta. Qui si ammira l’imponente fortezza. Poi si prende la cresta Nord-Est che, con qualche attenzione (EE), scende fino a sopra il Pianaccio, dove si trova una bella area di sosta. Per il ritorno, invece di scendere al Pianaccio e prendere la strada asfaltata, si può aggirare il Pagano da Sud, per un comodo sentiero pianeggiante che riporta alla strada di salita.

3) su cima di Grom (2763m): salita estiva (lo si sale anche d’inverno, specie in elicottero, ma solo i più che abili). All’Albergo Alto si prende la strada per il Pianaccio; superata la val Varadega, con ampio giro destrorso, si sale fino all’attenuarsi della pendenza. Qui si trova uno spiazzo a sinistra, con cartello indicante il sentiero per la vetta. Si parcheggia e si prende il sentiero che porta fino in vetta senza particolari difficoltà, seguendo la cresta Sud. Ricco di pernici, cacciatori e vipere.

4) con le ciaspole in val Varadega: bella e facile passeggiata invernale, che permette di salire, comunque, fino a 2500m. Dal ponte Palù si prende la mulattiera per il Pagano, ma al primo incrocio si prosegue diritti (sn), salendo piuttosto dolcemente, con ampio giro, fino all’imbocco della valle, dove si incontra la strada che viene dall’Albergo Alto. Sopra di noi, a sn, sorgono le Casere del Comune, che possono essere raggiunte con facilità con salita diretta. Oppure si prosegue sul fondo valle, approfittando delle tracce delle slitte a motore che infestano la zona. Salendo un gradino dietro l’altro, ci si porta fino ai piedi delle balze rocciose del monte Varadega, che rimane sulla ns sinistra, mentre di fronte abbiamo il goletto tra il Varadega e la cima dei Tre Comuni.

5) sul monte Resverde (2348m): questa cima sorge all’inizio della val Varadega, a sn (dx orog), così come il Grom sorge a dx. E’ caratterizzata da una grande Croce, molto visibile da ogni parte. Vi saliamo senza neve, lasciando la macchina all’imbocco della val Varadega, sulla strada che dall’Albergo Alto porta a malga Salina. Si sale alle Casere del Comune, per una comoda mulattiera che si stacca a sinistra della strada poco prima che si spiani e superi il torrente Varadega. Dietro la prima costruzione, a sinistra, parte un sentiero ben segnato che sale in diagonale sinistra fino a sbucare appena prima della Croce, che si raggiunge per cresta. Dalla vetta si può (tornando indietro) seguire la cresta verso Nord, fino ad incrociare la strada che sale al passo di Varadega, provenendo dalle Casere, prestando però attenzione quando si deve scendere per un dorsone roccioso piuttosto ripido. Questo ostacolo può essere superato anche aggirandolo sulla sinistra, ma per percorso non segnato ed “a vista”, che rimane per tutto il, tratto sul versante valtellinese, fino a risalire nella parte finale.

6) al bivacco Cros de l’Alp (2200m): bivacco costruito e tenuto dagli alpini di Grosio (Cros o Gros sta per Croce e per Grosio); vi si può dormire nel solaio, su materassi per terra e coperte. Quando vi sono stato, non aveva luce elettrica. Dalle Casere del Comune, all’imbocco della val Varadega, si prosegue sulla mulattiera che, con vario andare, porta dapprima ad una bocchetta e poi al vero e proprio passo di Varadega (2265m), contrassegnato da un cartello. Qui si abbandona la mulattiera e si scende per sentiero, costeggiando il monte sulla destra. Il sentiero poi si spiana e porta in breve al bel bivacco. Dietro questo, a monte, sale un sentiero che ritorna sulla strada militare che dal passo Varadega porta alla omonima cima.

7) sul monte Varadega (2634m): partendo dalle Casere del Comune si sale al passo Varadega (2285m), come nel percorso precedente. Qui si prosegue sulla bella strada militare, che attraversa tutto il versante Sud-Ovest del monte. Qui incontra il sentiero che sale dal Cros de l’Alp, quindi gira a destra e ritorna indietro, guadagnando quota. In questo tratto si incontrano possibili percorsi per le sovrastanti fortificazioni. La strada, un capolavoro di ingegneria militare, prosegue fino a costeggiare le creste sommitali e portarsi sul versante Sud-Est, dove termina tra le due vette gemelle del monte. Quella a sinistra può essere raggiunta da qui arrampicandosi su roccioni, mentre a destra la strada immette in una caverna, raggiunta da una bella scala in pietra. Al termine della caverna si trova, sulla sn, una apertura che si deve scavalcare bocconi (meglio togliersi lo zaino). Appena fuori si gira a destra (guardando a valle) e per facili balze, aiutandosi con le unghie e coi denti, si giunge sulla cresta appena dietro la vetta. La discesa da qui può farsi seguendo la cresta Nord-Est, che porta al goletto terminale di valle, senza difficoltà. Dal goletto si ridiscende sulla destra in val Varadega.

8) sulle cime Verda (2409m) e Cadì (2449m): queste due belle cime, adatte a salite sia estive che invernali, sono accomunate dal medesimo percorso fino a circa 2250m, differenziandosi solo nel tratto finale, mentre d’estate possono essere meta della stessa escursione.

La salita inizia a Nord di cima Verda, dalla strada che dal passo Mortirolo prosegue in quota verso il passo di Guspessa. Ma, mentre d’estate è possibile qui giungere in macchina, d’inverno si deve sempre partire dal tornante di Monno, a 1200m. Si deve tener conto che, salendo verso il ponte Palù, per la strada vecchia del Mortirolo, si trova, a circa due terzi della salita, a 1500m, una deviazione a sinistra, che, attraversato un bel ponticello, sale sul versante opposto e conduce al lago Mortirolo ed al rifugio Antonioli con percorso più breve rispetto al seguire la strada. Ma, poichè non è segnato e ci si può perdere tra le varie cascine della zona, lo si segua solo in presenza di tracce o di conoscitori dei luoghi. Dal lago, poi, si sale alla strada soprastante per vari percorsi, per lo più già tracciati.

Tornando a noi, dalla strada (1900m) si stacca verso Sud un sentiero che sale nel bosco con tornanti ben fatti e, d’inverno, ben tracciati fino a portarsi su di un  grande pianoro spoglio che costeggia ad Ovest cima Verda e che porta ad una grande conca tra Verda e Cadì, dalla parte Ovest. Si sale ancora un breve tratto verso Sud, e poi si sceglie la cima che si vuol raggiungere: diritti, leggermente a sn, per il Cadì (si deve aggirare, in alto, la cresta a sn); oppure, ritornando indietro per la Verda, che si sale da Sud per un comodo vallone e qualche tornante finale. D’inverno aiutano le tracce, normalmente presenti.

D’estate si possono salire le due vette consecutivamente (si può salire alla Verda anche per la cresta Nord, o per il versante Ovest, scendendo poi verso Cadì a Sud: ma se non siete sicuri, salite e scendete da Sud), mentre da cima Cadì si può scendere per il facile versante Sud fino ad incontrare un sentiero che, preso verso sinistra, rimanendo sempre in quota sui 2000m, ci riporta al lago Mortirolo, attraversando tutto il versante Est di Cadì e Verda.

cime Verda e Cadì- traccia GPS

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la fortezza del Pagano

con traccia GPS

sul monte Varadega

bella salita che può accoppiarsi a quella sul Tre Comuni, proseguendo sulla cresta Nord-Est e risalendo dall'altra parte

in val Varadega con la neve

bella gita per ogni gamba

su cima Cadì (con neve)

Il Cadì potrebbe prendere il nome dalla grande conca (cadì, in dialetto, ovvero catino), che si trova tra le vette Cadì e Verda

su cima Verda con la neve

gita eseguita in concomitanza con il rallye sci-alpinistico del Mortirolo