diga del Gleno (1526m) e baita Napoleù (1670m), con GPS

Oggi il cielo è coperto e le previsioni chiamano acqua per le 14. Scegliamo perciò un giro breve, che ci permetta un rientro all’asciutto. La diga del Gleno, un obiettivo già sufficiente di per sé, per il suo interesse storico, architettonico e paesaggistico, è anche punto di partenza per escursioni ben più impegnative, come il passo di Belviso o il Pizzo Treconfini, dal passo di Bondione, se non addirittura il monte Gleno, che però da qui è un po’ impegnativo (1600m di dislivello, con salita difficoltosa, …una volta non sarebbero stati troppi…).

Sempre sopra Pianezza, frazione di Vilminore (Scalve), altri due facili obiettivi, l’osservatorio faunistico del Pagarulì e la baita Napoleù (chissà da dove viene sto nome così bellicoso), basi di partenza per la salita al Pizzo Pianezza, ci offrono la possibilità di allungare quel tanto il percorso, da non farci giungere in piazza di Pianezza ad ora di pranzo.

Si parte dalla piazza di Pianezza (1265m) (sguardo attento all’orologio del campanile, unico nel suo genere), cui si sale da Vilminore di Scalve e dove si parcheggia. Uscendo dalla piazza sulla sn (guardando a monte), si trova subito, sulla dx, l’inizio del sentiero (senter dei scalì), che taglia il tornante della strada che si prende proseguendo invece diritti. Il sentiero riporta in breve alla strada, che si segue verso dx fino alla localita Fonc, dove si gira a sn per salire (ben indicato). Cinquanta metri sopra si incontra sulla dx il sentiero che scende dalla baita Napoleù, da cui giungeremo al termine di questo giro. Noi proseguiamo per la diga del Gleno, sempre ben indicata. la stradella selciata sale fino a 1500m, dove gira verso sn e si porta fino alla diga per percorso assolutamente piano, che costeggia la condotta dell’acqua che usciva dal lago artificiale (se la diga non avesse ceduto prima ancora di essere completata).

Lo spettacolo dei resti della diga è assolutamente impressionante, e merita da solo la passeggiata, come già detto. Noi giriamo intorno al lago in senso antiorario, per un sentiero che lo costeggia sulla ds (sn orog). In fondo occorre traversare il torrente Gleno, trovandosi il passaggio più opportuno e saltando sui sassi. Ritornati alla diga, per percorso alto o basso, ritorniamo fino al termine della strada piana, dove troviamo indicato il sentiero per il Pagarulì e la Napoleù.

Per l’osservatorio Pagarulì occorre uscire dal sentiero principale, dopo un centinaio di m. di salita, 5 minuti verso sn (ben indicato). Noi evitiamo per la solita pigrizia e perché ci siamo già stati altre volte. Anzi, l’ultima volta siamo saliti da lì sul Pizzo Pianezza, a dicembre, con neve sulla vetta, per tracce, non essendovi alcun sentiero indicato. Discesa poi sul Napoleù.

Il sentiero per la baita attraversa la base Sud del Pianezza salendo trasversalmente, fino a giungere alla bella baita-bivacco. Qui ci rifocilliamo (ampia possibilità di ristoro, purché portato da voi nello zaino), e poi discesa su Pianezza per sentiero facile e ben segnato. 

 

Distanza totale: 8575 m
Altitudine massima: 1687 m
Altitudine minima: 1267 m
Totale salita: 500 m
Totale discesa: -495 m
Scarica